Codice stradale

Multato perché attraversa in bici sulle strisce pedonali, deve pagare 860 euro

Il calabrese Giuseppe Scaglione docente di Architettura a Trento non intende saldare: «La mia è disobbedienza civile, ho preferito tornare a Cosenza invece che vivere in questa rigidezza estrema»

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di M. M.
20 luglio 2023
18:10

Una multa di 45 euro per aver attraversato in bicicletta sulle strisce pedonali, che oggi, a 5 anni di distanza, è lievitata di 20 volte fino a 860 euro.

Giuseppe Scaglione, professore di Architettura all'Università di Trento di 68 anni, nel 2017 si era rifiutato di pagarla.


Il 21 maggio 2017 aveva attraversato la strada sulle strisce pedonali in bici per non perdere un treno e un vigile lo aveva fermato e sanzionato. «La città era semideserta, in bici attraverso un breve tratto di strisce pedonali, circa 2 metri, e dopo un istante sento il fischietto di un vigile urbano, ma non ho messo in pericolo i pedoni» racconta oggi il professore al Corriere della Sera «Dopo la segnalazione ho proseguito a piedi conducendo la bici a mano di corsa perché stavo per perdere il treno».

Scaglione contesta la multa, scrive al sindaco e ai vigili, ma senza successo. La polizia municipale non è d’accordo con il racconto del ciclista e sostiene di averlo invitato a proseguire scendendo dalla sella e spingendo la bici a mano, ma che lui si sarebbe rifiutato e avrebbe continuato.

L’anno scorso Scaglione si vede recapitare un avviso bonario di pagamento di 450 euro, ma si rifiuta di pagare anche quello. Scrive al nuovo sindaco, che stavolta, però, gli risponde.  «Le multe si pagano, anche se non piace a nessuno» gli ha detto il primo cittadino di Trento. L’ingiunzione di pagamento sale così a ben 860 euro.

«Una follia: venti volte la sanzione iniziale» continua il professore «Ho già pagato multe al Comune di Trento, ma questa no. Mi rifiuto. Mi sono rivolto a un legale e forse sarò costretto a rateizzare, ma la mia è una battaglia civile. Ho proposto una transazione, 150 euro è una cifra congrua: se non riesco, pazienza».

La vicenda, racconta Giuseppe Scaglione, cosentino trasferito a Trento per insegnare Architettura all’Università, lo avrebbe convinto a tornare in Calabria.

«Ora vivo a Cosenza e risiedo a Trento solo per il semestre didattico facendo la spola tra il profondo sud e il profondo nord» chiude la sua lettera Scaglione «Qui mi confronto con il lassismo, è vero, ma preferisco la tolleranza alla rigidezza estrema. La scelta di tornare a vivere a Cosenza è stata anche dettata da questo».

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