Nuovo Dpcm per Natale, le Regioni: «Valutiamo la chiusura dei confini»

I territori alpini hanno presentato al Governo una proposta di mediazione per evitare il tracollo del settore turistico invernale. Si prevede, in sintesi, la possibilità di aprire gli impianti di risalita dello sci per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case

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di Redazione
1 dicembre 2020
06:25
Immagine di turismo in montagna, foto Derwiki per pixabay
Immagine di turismo in montagna, foto Derwiki per pixabay

«Le Regioni si sono interrogate sulla possibile chiusura dei confini nazionali per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria». Lo ha affermato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stasera al termine della Conferenza delle Regioni.

In attesa del confronto con il Governo sul nuovo Dpcm le Regioni hanno inoltre valutato la possibilità di «riaprire gli impianti sciistici per i soli ospiti degli hotel e proprietari di seconde case, in modo da dare una parziale compensazione agli impianti di risalita e alle località sciistiche».


La proposta delle Regioni

Le Regioni Veneto, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Bolzano e Trento, hanno presentato al Governo una proposta di mediazione per evitare un completo tracollo del settore turistico invernale: prevede, in sintesi, la possibilità di aprire gli impianti di risalita dello sci in occasione delle prossime festività natalizie per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case. Lo indica una nota sottoscritta dai rappresentanti delle Regioni e delle Province.

 

Si tratta, spiegano le Regioni alpine italiane, di una idea di «vacanze di Natale diverse, con la possibilità di sciare solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni o per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche». Il piano è stato pensato dagli assessori delle Regioni alpine per evitare gli assembramenti nelle località turistiche. «Concedere lo skipass a chi ha pernottato in una struttura ricettiva e a chi possiede o prende in affitto una seconda casa consente di controllare al meglio l'afflusso all'impianto sciistico. Il pendolarismo può infatti essere un problema in certe giornate» affermano gli assessori di Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

«Avvio graduale della stagione invernale»

«La soluzione che proponiamo al Governo Conte - proseguono - permette di avviare la stagione invernale con gradualità, in questo modo si potranno applicare i protocolli di sicurezza che abbiamo approvato lunedì scorso e metterli alla prova». Con lo skipass inoltre «si sarà in grado di sapere con precisione il numero degli avventori per ogni giorno e in questo modo potremo gestire al meglio l'afflusso e il deflusso agli impianti di risalita. Si tratta di una soluzione ragionevole, da adattare alle esigenze di ciascun territorio. Il Governo ci ascolti, consenta l'apertura degli impianti di risalita con questo criterio e permetta la mobilità regionale». Permettere la mobilità regionale durante le festività è infatti, sostengono le aree alpine, un requisito necessario per il settore: «se il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo intendono vietarla per evitare feste e momenti di aggregazione, consentano perlomeno la mobilità tra Regioni per chi ha prenotato in una struttura ricettiva almeno una notte».

 

Anche l'Abruzzo si accoda alle richieste delle regioni alpine per la riapertura delle piste da sci. Ad annunciarlo è infatti l'assessore Daniele D'Amario, che conferma come la Regione da domani disciplinerà la concessione di 3 milioni di euro di ristori al settore.

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