Dopo anni di abbandono, il Pontefice torna nella storica residenza dei Castelli Romani. Preghiera, sport, visita al Borgo Laudato si’ e Angelus con i cittadini per due settimane di fede e riflessione
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Dopo anni di silenzio, Castel Gandolfo torna ad accogliere un Pontefice. Dal 6 al 20 luglio, Papa Leone XIV, al secolo Prevost, soggiornerà nella storica residenza estiva dei Papi ai Castelli Romani, riaprendo di fatto un luogo simbolico che era stato accantonato da Papa Francesco. Quest’ultimo aveva sempre preferito restare a Casa Santa Marta durante l’estate, senza mai utilizzare la villa pontificia.
Prevost, invece, ha accolto l’invito del sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, e del vescovo di Albano, monsignor Vincenzo Viva. Alloggerà a Villa Barberini, mentre il Palazzo Pontificio, trasformato in museo, resterà aperto ai visitatori. Lo ha confermato Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa vaticana.
Tra relax e spiritualità: piscina, tennis e liturgie aperte ai fedeli
Il soggiorno non sarà solo contemplativo. È stata riattivata la piscina costruita ai tempi di Giovanni Paolo II, e Papa Prevost potrebbe dedicarsi anche al tennis, il suo sport preferito. A Castel Gandolfo continuerà a celebrare messa la domenica: una volta nella parrocchia pontificia del paese, e un’altra nella Cattedrale di Albano. Non mancheranno momenti pubblici di preghiera, come l'Angelus recitato insieme ai cittadini locali.
Durante il soggiorno, il Papa potrà seguire anche da vicino i lavori del “Borgo Laudato si’”, un progetto ispirato alla sua enciclica ecologica, in costruzione all’interno della villa. È previsto un secondo breve ritiro a Castel Gandolfo anche tra il 15 e il 17 agosto.
Ultimi impegni prima del riposo: i vescovi, la dignità umana e la pace
Prima della pausa estiva, Papa Prevost ha ancora una fitta agenda. Oggi ha incontrato i vescovi italiani, affrontando tematiche cruciali per la Chiesa: dal secolarismo alla crisi della fede, fino al calo demografico. Nessun accenno alla questione del fine vita, ma un forte richiamo alla centralità della persona umana.
“La dignità dell’umano rischia di essere appiattita o dimenticata, sostituita da automatismi, funzioni, simulazioni. Ma la persona non è un sistema di algoritmi: è creatura, relazione, mistero”, ha affermato il Papa, riferendosi ai cambiamenti imposti da intelligenza artificiale, biotecnologie, economia dei dati e social media.
Un nuovo impegno per la pace e la valorizzazione dei laici
Il Pontefice ha infine chiesto alla Conferenza episcopale italiana di promuovere percorsi educativi alla nonviolenza nelle diocesi: “La pace non è un’utopia spirituale: è una via fatta di gesti quotidiani, intreccio di ascolto e azione, pazienza e coraggio”.
Accorato anche l’invito a riconoscere e sostenere il ruolo dei laici come protagonisti dell’evangelizzazione “nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nell’economia, nella politica e nella cultura”.