Crollo del ponte Morandi: problemi di sicurezza da 10 anni

Il Financial Times riporta un documento commissionato da Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l’Italia. Già nel 2011 era stato segnalato un caso di intervento con grado di urgenza alto relativo ad una complicazione con le travi di sostegno

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di Redazione
16 luglio 2019
10:04

Il Ponte Morandi, che crollò a Genova il 14 agosto 2018 causando 43 morti, aveva presentato problemi di sicurezza nei dieci anni precedenti il disastro. È quanto si legge nel rapporto commissionato da Atlantia, un documento, mai reso pubblico ma messo a disposizione degli inquirenti, di cui ha dato notizia il Financial Times, che ha avuto accesso alle 87 pagine in questione.

Il rapporto era stato presentato lo scorso novembre al cda di Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l'Italia, responsabile dell'infrastruttura. Secondo fonti vicine al cda, scrive il quotidiano della City, «la presentazione del rapporto era stata affrettata, senza abbastanza tempo per elaborare i risultati del documento di 87 pagine». Le fonti hanno espresso dubbi sulla decisione di non rendere pubblico il rapporto e hanno affermato che la risposta della società al disastro è stata «disorganizzata», tanto che c'è  voluto più di una settimana per organizzare una riunione del board.


Il comitato per il controllo dei rischi di Atlantia aveva chiesto il rapporto a settembre, un mese dopo la tragedia, per determinare se la compagnia fosse responsabile di mancanze nella manutenzione del ponte. Secondo la ricostruzione del quotidiano finanziario il documento elencava interventi in una scala da 10 a 70, per ordine di urgenza, e almeno in un caso un intervento aveva un grado di urgenza di classe 60: un problema con le travi di sostegno, identificato per la prima volta nel 2011, che aveva richiesto ulteriori test proprio nell'agosto 2018.

La replica di Atlantia

Dalla società hanno precisato che le diagnosi antecedenti al crollo non avevano comunque mai mostrato la necessità di un intervento urgente. Il rapporto afferma che tutti i problemi di sicurezza sono stati gestiti in linea con la normativa e che indagini «straordinarie» sono state svolte ogni due anni dal 2009 al 2017. Le cosiddette ‘indagini diagnostiche’, test visivi e materiali sulla condizione dei componenti, sono stati svolti ogni anno dal 2009 al 2015 e ci sono stati anche tre controlli «dettagliati». Un portavoce di Atlantia, il cui maggiore azionista è la famiglia Benetton, ha confermato che il rapporto è stato presentato in maniera dettagliata al board e al comitato per il controllo dei rischi il 9 novembre.

Atlantia ha aggiunto di aver fatto tutto il possibile per reagire al disastro in maniera tempestiva e appropriata. In una nota la società fa sapere che un ‘grado 50’ nella scala dei rischi, non indica un problema strutturale di sicurezza ma difetti che consentono una pianificazione della manutenzione entro cinque anni. La scala, quindi, indica l'urgenza e non la gravità del problema e nessuna analisi o rapporto aveva concluso che fosse necessario un intervento urgente, conclude la nota.

Il portavoce della società ha aggiunto che il rapporto non era stato reso pubblico perché era un documento di audit interna ma era stato messo a disposizione degli inquirenti. Al momento sono in corso le indagini preliminari e non sono state ancora identificate cause determinanti per il crollo della struttura. 

 

 

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