Putin a Roma per incontrare Mattarella, Conte, il Papa e Berlusconi

Il presidente russo torna nel nostro Paese dopo 4 anni di assenza. Dagli accordi di Minsk per la pace nell'Est Ucraina e le sanzioni, alla Libia, passando per Iran e Venezuela, le questioni sul tavolo istituzionale

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di Redazione
4 luglio 2019
09:53

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, torna in Italia per la prima volta dal 2015 con arrivo all'aeroporto di Fiumicino per le 12 di questa mattina. La sua visita ufficiale nel Bel Paese durerà 10 ore. Il primo appuntamento previsto è alle 13 in Vaticano, per l'udienza con Papa Francesco, a cui seguirà, alle 15, un pranzo al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Restituirò a Vladimir Putin la stessa calorosa ospitalità ricevuta a Mosca  lo scorso ottobre». Sono le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, affidate ai media russi, ieri alla vigilia della visita di Putin a Roma. Il premier e lo zar si incontreranno per tenere una conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi al termine dei colloqui, previsti da protocollo alle 16.15. Successivamente, intorno alle 18.30, interverrà al Forum di dialogo italo-russo della società civile, che vedrà riuniti alla Farnesina i rappresentanti delle imprese, del mondo della cultura e di quello accademico.


 

La giornata della delegazione russa - di cui fanno parte anche il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, e quello dell'Industria, Denis Manturov - si chiuderà alle 19.30 con una cena di lavoro a Villa Madama offerta dal premier Conte, a cui si uniranno altri esponenti del governo, tra cui i vice-premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e il capo della diplomazia, Enzo Moavero Milanesi.

Al netto di eventuali ritardi, il presidente russo ha in programma di incontrare l’amico di sempre, Silvio Berlusconi, eventualmente in forma privata. Putin è legato da un rapporto di amicizia ormai più che decennale con l’ex presidente del Consiglio: il Cremlino ricorda infatti che i due «sono in contatto continuo, si parlano al telefono, spesso Berlusconi viene in Russia, una continuazione di contatti amichevoli e informali».

I mezzi presidenziali e la sicurezza

Putin atterrerà all'aeroporto di Fiumicino domani, a bordo di un Ilyushin 96-300Pu da 5 miliardi di rubli (70 milioni di euro) probabilmente accompagnato da altri velivoli di scorta, aerei cargo per auto e strumenti di telecomunicazione. Dopo il "punteggiamento d'onore" delle forze armate, Putin si dirigerà in Vaticano. L'auto presidenziale - un'Aurus  "oro della Russia"  Senat da sei metri e mezzo di lamiere corazzate - è già arrivata da Mosca.

Il centro di Roma sarà blindatissimo: traffico vietato in una "green zone" che comprenderà 50 strade; proibite le manifestazioni; schermate le comunicazioni telefoniche; spazio aereo sorvegliato da droni ed elicotteri. Alla sicurezza del leader del Cremlino concorreranno un migliaio di agenti, compresi tiratori scelti appostati su tetti e terrazze, artificieri e uomini in borghese delle forze speciali. Putin sarà marcato anche dalla sua scorta personale e da un corteo di oltre 30 auto blindate. Un team di ex Kgb era stato a Roma per sopralluoghi già la scorsa settimana. Super sorvegliata la zona dell'Hotel St Regis dove farà base lo staff e potrà riposare lo stesso presidente.

I dossier sul tavolo istituzionale

Dagli accordi di Minsk per la pace nell'Est Ucraina e le sanzioni, alla Libia, passando per Iran e Venezuela, le questioni sul tavolo istituzionale.

L’ultima volta in cui Putin mise piede in Italia l'isolamento internazionale di Mosca, dovuto alla crisi in Ucraina e all'annessione della Crimea, era cosa recente, a Palazzo Chigi c'era Matteo Renzi e Roma puntava già a giocare un ruolo di pontiere.

Oggi le sanzioni contro la Russia persistono, ma il presidente sarà accolto da un governo, quello giallo-verde, che non solo rivendica l'amicizia con il capo del Cremlino ma si offre come vera e propria sponda per Mosca in Europa e oltre Oceano. «Lavoriamo per coinvolgere in un dialogo costruttivo tutte le parti», ha infatti assicurato Conte, sottolineando che «le sanzioni non sono un obiettivo in sé» ma che «per superarle servono certi passi sia dall'Ucraina che dalla Russia» sulla crisi del Donbass.

 

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