Elezioni in Abruzzo, urne aperte fino alle ore 23: due i candidati alla presidenza della Regione
Il corsa per la poltrona di governatore Marco Marsilio sostenuto dal centrodestra e Luciano D'Amico dal centrosinistra. Oltre 1,2 mln gli aventi diritto al voto in 305 comuni
I seggi per le elezioni regionali in Abruzzo si sono aperti alle 7 e si chiuderanno questa sera alle 23. Al termine inizieranno le operazioni di spoglio. Si va al voto in 305 comuni: il totale dei votanti è pari a 1.208.276 di cui 592.041 uomini e 616.235 donne su una popolazione censita di 1.275.950. Le sedi dei seggi elettorali sono 1.634 di cui 13 ospedaliere. Le sezioni sono a Chieti 460, a L'Aquila 405, a Pescara 396 e a Teramo 373.
Solo qualche settimana fa, Marco Marsilio e Luciano D'Amico non avrebbero immaginato di avere i riflettori di tutta Italia puntati sui rispettivi comitati elettorali. I due candidati alla presidenza della Regione Abruzzo, alla vigilia del voto, hanno provato a godersi qualche ora di relax. Ma la tensione è palpabile. Per entrambi non è facile smaltire gli affanni di una corsa all'ultimo voto. Tra viaggi in macchina, palchi, piazze e bagni di folla. E con tutti i protagonisti della politica nazionale accorsi nelle quattro province per sostenerli: la testimonianza che la partita disputata qui non è solo una contesa locale, ma qualcosa di più. A decidere il risultato finale, però, saranno gli elettori abruzzesi.
Intanto, nel lungo silenzio elettorale, i leader politici sfogliano pronostici e coltivano speranze. Da una parte e dall'altra, gli occhi sono puntati sui dati dell'affluenza. Con il secondo dato parziale, quello delle 19, che potrebbe già smorzare entusiasmi o accrescere timori.
Il centrodestra, a sostegno di Marsilio, è convinto di poter raggiungere un risultato storico: confermare un presidente uscente alla guida della Regione. Il centrosinistra, con il campo larghissimo a sostegno di D'amico, crede in una rimonta considerata quasi impossibile all'inizio della competizione. Ma tra le prime battute e gli ultimi infuocati giorni della campagna abruzzese, è arrivato il responso delle urne sarde. "L'effetto Sardegna", come lo definiscono in molti, ha acceso gli animi e reso sempre più evidente che in Abruzzo si potesse giocare un mini-test per la politica nazionale.
Alle regionali del 2019 i votanti furono il 53%, un netto calo rispetto alle consultazioni precedenti, quelle del 2014, quando andò a votare il 61,56% degli aventi diritto. Alle più recenti politiche, quelle del 2022, andò alle urne il 63,99% degli abruzzesi. Cinque anni fa Marsilio ottenne il 48,03% dei voti, la sua coalizione il 49,20%. Il candidato del centrosinistra, Giovanni Legnini raggiunse il 31,29%; la sua coalizione, con 7 liste, arrivò al 30,64%. In quell'occasione si presentarono anche Sara Marcozzi per M5s che ottenne il 20,20%, e Stefano Flajani che ebbe lo 0,48%.