Scuola: 400 euro in più per i docenti di Veneto e Lombardia

È quanto prospettato per le regioni che chiedono l’autonomia. Previsto un esodo di massa per diventare dipendenti degli enti intermedi pari al 22% del personale scolastico

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di Redazione
18 febbraio 2019
11:14
Un’insegnante in classe
Un’insegnante in classe

Almeno un quinto del personale totale della scuola, che conta un milione di persone, potrebbe passare alle tre regioni del Nord che chiedono maggiore Autonomia. Il calcolo lo ha fatto la redazione di Tuttoscuola secondo la quale se verrà confermato un aumento di stipendio di circa 400 euro mensili di cui si parla in queste settimane, è facile prevedere che nei prossimi anni vi sarà un esodo di massa dallo Stato alle Regioni di dirigenti scolastici, docenti e personale Ata. Tuttoscuola ha stimato nello studio uscito oggi che complessivamente potrebbero chiedere di lasciare lo Stato per diventare dipendenti regionali circa 225 mila persone, pari al 22% dell'intero personale scolastico statale.

 


Il Veneto e la Lombardia si preparano ad ottenere la "potestà legislativa in materia di norme generali sull'istruzione": infatti le bozze d'intesa stabiliscono che "la Regione definisce annualmente il fabbisogno di personale docente e indice periodicamente procedure concorsuali". Significa che Lombardia e Veneto potranno emanare autonomamente propri bandi per il reclutamento del personale scolastico, e assumere direttamente i loro insegnanti. Conseguentemente - si legge nello studio di Tuttoscuola - riceverebbero dal Ministero dell'istruzione tutte le risorse finanziarie che servono a tale scopo, comprese quelle per la retribuzione del personale.


Veneto e Lombardia avrebbero insomma insegnanti "locali", dipendenti delle Regioni e non dello Stato. La loro regionalizzazione impedirà con tutta probabilità di avvalersi della mobilità prevista per il personale scolastico statale, vanificando forse la possibilità di trasferirsi fuori regione, soprattutto verso il Sud, meta oggi ambita dei trasferimenti annuali. Potrebbe essere proprio questo - secondo Tuttoscuola - l'obiettivo reale ma non dichiarato della riforma autonomistica: eliminare l'arrivo di docenti meridionali con la valigia in mano per il ritorno a casa. Una certa quota sarà riservata a docenti provenienti da altre Regioni.


Ma per restare. Il processo sarà però graduale e sono comunque previsti dei paracadute: ad esempio, soltanto i neoassunti diventeranno automaticamente dipendenti regionali, mentre i titolari attuali dovranno avanzare apposita richiesta per diventare dipendenti regionali. I nuovi insegnanti regionali potranno avere un contratto integrativo rispetto a quello nazionale e probabilmente anche uno stipendio maggiore. Sarebbero immediatamente regionalizzati i neo assunti (concorsi regionali) e il personale con contratto a tempo determinato. Il restante personale potrà volontariamente chiedere di passare dallo Stato alla Regione. (ANSA)

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