Migranti, la Sea Watch 3 forza il blocco della guardia di finanza

La comandante: «Porto i naufraghi in salvo». Dura la reazione del ministro Salvini: «Io non do autorizzazione allo sbarco a nessuno»

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di Miriam Caruso
26 giugno 2019
16:40

Alle 13:50 di oggi ha fatto il suo ingresso in acque italiane la Sea-Watch 3. Viste le condizioni dei migranti a bordo, la comandante Carola Rackete ha deciso di fare rotta verso Lampedusa ben conscia delle penali a cui andava a incorrere, tra cui confisca dell’imbarcazione e fino a 50mila euro di multa.

Le parole di Carola

"Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo" ha dichiarato la comandante tramite social, dopo 14 giorni di attesa in mare e la sofferenza negli occhi dei passeggeri. Nessuna soluzione giuridica e politica, solo un senso di abbandono da parte dell’Europa. "Questa mattina - aveva scritto in precedenza la Sea Watch su twitter - abbiamo comunicato ai naufraghi la decisione della Corte di rigettare il ricorso. Sono disperati. Si sentono abbandonati. Ci hanno detto che la vivono come una negazione, da parte dell'Europa, dei loro diritti umani". 



Al suo ingresso nelle acque italiane, la motovedetta della Finanza è partita dal porto di Lampedusa per intimare l’alt alla Sea Watch a circa 12 miglia dalla costa. L’Ong ha deciso di proseguire ugualmente verso lo sbarco. Sul molo sono già schierati i carabinieri.

Le dichiarazioni di Matteo Salvini

Duro l’intervento di Matteo Salvini nei confronti di Carola: il ministro ha continuato a negare il permesso di approdo della Sea Watch sul territorio italiano: "Sappia che l'autorizzazione allo sbarco non c'è, schiero la forza pubblica, il diritto alla difesa dei nostri confini è sacra”.  
"L'immigrazione - dichiara ancora il ministro - non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. L'Europa? Assente, come sempre". Per poi sottolineare ancora una volta che "non do autorizzazione allo sbarco a nessuno, non la do e non la darò mai, nessuno pensi di poter fare i porci comodi suoi sfruttando decine di disgraziati e fregandosene delle leggi di uno Stato. I governi di Olanda e Germania ne risponderanno, sono stufo".

La richiesta di fondi dell'Ong tedesca

Intanto su twitter la Ong tedesca ha chiesto donazioni per aiutare nell’assistenza legale della Sea Watch: "Se il nostro capitano Carola porta i migranti salvati dalla Sea Watch 3 in un porto sicuro, come previsto dalla legge del mare, affronta pene severe in Italia. Aiutiamo Carola a difendere i diritti umani".

Nessun aiuto alla Sea Watch 

Proprio ieri sera era stata rigettata la richiesta di ricorso presentata dalla comandante della nave alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Dal fronte Ue, invece, un portavoce dell’esecutivo ha dichiarato che "La Commissione ha ricevuto una richiesta di sostenere in maniera proattiva gli Stati membri che cercano soluzioni di ricollocamento per le persone che si trovano a bordo della Sea Wacht una volta sbarcati”.

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