Senato, scontro sulla Tav: il No del M5s e la minaccia di elezioni di Salvini

Si profila una giornata ostica in vista dell’approvazione dell’opera ferroviaria Torino-Lione con il leader del Carroccio sempre più agguerrito nei confronti degli alleati

di Redazione
7 agosto 2019
10:14

Le mozioni sulla Tav verranno discusse oggi in Senato: un banco di prova da cui si profilerà la futura tenuta del governo. Un passaggio ostico politicamente per Lega e Movimento cinque stelle che si spaccano sui fronti dei pro e dei contro.

 


I grillini si oppongono alla realizzazione dell'Alta velocità fra Torino e Lione mentre il ministro degli Interni non ammette «Forse» tanto da diventare sempre più agguerrito nei confronti dell'alleato ed evocare lo spettro del voto. «Le elezioni anticipate? Lo vedremo anche prima di settembre», ha detto.

 

Tav: scontro tra Lega e M5S, Pd in forse

I grillini - che hanno 107 senatori - hanno presentato una mozione che chiede lo stop alla realizzazione dell'Alta velocità fra Torino e Lione. L'opposizione all'opera è agitata: il popolo No Tav, che appoggiava i 5stelle, ora sconfessa il Movimento. La Lega (che ha 58 senatori) non ha presentato un testo, ma è favorevole all'opera. Ed è pronta a votare i documenti favorevoli presentati da Pd (51 seggi), Forza Italia (61) e Fratelli d'Italia (18). E ha confermato il no al testo M5S. In tutto 6 le mozioni: ci sono anche di +Europa (favorevole all'opera) e Leu (contraria).

 

È stato il presidente dei senatori leghisti Massimiliano Romeo a dire ufficialmente che il suo gruppo voterà no al documento grillino e sì agli altri che vogliono la Tav. 

 

«Io tornerò a chiedere il voto degli italiani se dovessi avere la certezza che le strade di Lega e M5s sono ormai troppo diverse su temi come lavoro, energia, scuola», minaccia Matteo Salvini se la mozione Tav verrà approvata.

 

Uno scontro che farà riemergere i malumori tra il ministro delle Infrastrutture Toninelli che si oppone all'opera e il vicepremier e ministro dell'Interno favorevole. La domanda che ci si pone è: fino a che punto la Lega vorrà alzare i toni e spingersi verso la crisi?

 

Dal Movimento si cerca di minimizzare il contrasto palese spiegando che la mozione grillina si rivolge al Parlamento, organo che ha dato il via libera alla Tav, non al governo. Ma Salvini ribatte seccamente che «si tratta, di dire un sì o un no». Mentre il premier Giuseppe Conte prova a circoscrivere la portata del voto: «Non è un giudizio sul governo o su di me».

 

La mozione grillina avrà solo i voti dei senatori del Movimento che sono 107 più quello del dem Tommaso Cerno e dei parlamentari di Leu. Quella presentata a prima fima De Petris e sottoscritta anche da alcuni grillini ed ex grillini ha  pochi voti.

 

Il segretario Zingaretti aveva preso in considerazione di non votare la mozione, lasciando Di Maio e Salvini a districare le loro contraddizione. Ma il capogruppo Andrea Marcucci e la maggioranza renziana dei senatori hanno per il momento imposto la loro linea: «Voteremo per la Tav e contro chi vuole continuare a bloccare le grandi opere pubbliche». In realtà la scelta del Pd è ancora aperta: il partito potrebbe decidere sul momento se votare contro la mozione 5Stelle o uscire dall'aula.

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