Poliziotti uccisi in Questura, l'indagato non risponde agli inquirenti

Alejandro Augusto Stephan Meran, dominicano di 29 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri decine di auto della polizia davanti l'Altare della Patria hanno reso omaggio ai due agenti morti

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di Redazione
5 ottobre 2019
11:04
I due poliziotti uccisi Pierluigi Rotta e Matteo Demenego
I due poliziotti uccisi Pierluigi Rotta e Matteo Demenego

Oggi è il giorno del lutto cittadino a Trieste, dove ieri due poliziotti sono stati uccisi in Questura da un uomo che ha aperto il fuoco dopo aver sottratto loro le pistole d'ordinanza. A perdere la vita, l'agente Pierluigi Rotta e l'agente scelto Matteo Demenego, caduti sotto i colpi di Alejandro Stephan Meran, dominicano di 29 anni affetto da problemi psichici, portato in questura insieme al fratello Carlysle dopo essere stato fermato per una rapina. L’agente Rotta è stato raggiunto da due colpi di pistola al lato sinistro del petto e all'addome; colpito tre volte il collega: alla clavicola sinistra, al fianco sinistro e alla schiena

La dinamica

Tutto inizia quando, in via Carducci, una donna viene rapinata e denuncia di essere stata scaraventata a terra da un ragazzo di colore che le aveva rubato il motorino. A compiere il furto Alejandro Augusto Stephan Meran, di 29 anni, di nazionalità dominicana che subito dopo il colpo si pente e chiama il fratello, Carlysle Stephan Meran, di 32 anni. Quest’ultimo, saputo il fatto, avverte la polizia e si dice disponibile ad accompagnare le forze dell'ordine al domicilio dell'uomo per recuperare il mezzo. Sul posto giungono una volante con due agenti a bordo e un'auto della Squadra Mobile. I due fratelli salgono sulla prima vettura; l'altra li segue a distanza, un pò più indietro a causa del traffico.


Un'operazione di routine, senza particolari difficoltà. I quattro a bordo della volante entrano in Questura. E quel che segue sono fotogrammi di un film impazzito, una manciata di minuti che seminano il terrore e spezzano due vite. Alejandro chiede di poter andare in bagno e ad un certo punto riesce a sottrarre la pistola all'agente che lo accompagna. Come abbia fatto sarà difficile ricostruirlo: alla scena non hanno assistito testimoni e la zona non è coperta da telecamere.

Dopo aver sparato al primo poliziotto, il 29enne si incammina verso l'uscita e trova sulla sua strada il secondo agente. L'uomo spara ancora e quando il poliziotto cade in terra gli prende la pistola, strappandogli la fondina. A quel punto si avvicina all'uscita e ha un terzo conflitto a fuoco con l'agente al corpo di guardia che lo ferisce. Meran, dicono ancora le fonti, riesce comunque ad uscire dall'edificio e qui viene bloccato dagli uomini della squadra mobile. Dalla ricostruzione che sta emergendo sembra inoltre che il fratello, Carlysle Stephan, non abbia avuto alcun ruolo nella sparatoria e, anzi, per paura si sia rifugiato nei sotterranei appena uditi gli spari.

Il killer non risponde

Al momento, l'uomo che ha sparato, Alejandro Augusto Stephan Meran, non risponde agli inquirenti. Nella serata di ieri, infatti, il magistrato di turno e il Procuratore, dopo che il primo in Questura aveva sentito il fratello Carlysle, hanno raggiunto l'indagato all'ospedale Cattinara per interrogarlo. Quest'ultimo però si è avvalso della facoltà di non rispondere. I magistrati lo hanno dichiarato in stato di fermo.

Il cordoglio dei colleghi

Ieri decine di auto della polizia a sirene spiegate davanti l'Altare della Patria hanno reso omaggio ai due agenti uccisi durante la sparatoria. Le volanti si sono ritrovate davanti al Milite Ignoto, con i poliziotti all'esterno delle auto per ricordare i colleghi caduti. Numerosi i romani e turisti che si sono fermati per immortalare il momento.

 

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