Suona la chitarra mentre lo operano al cervello, l'intervento a Torino
VIDEO | All’ospedale Molinette i medici hanno effettuato l'asportazione di un tumore su un paziente cosciente che ha improvvisato l’esecuzione di brani musicali. È il componente di una nota band piemontese
Un musicista 35enne ha suonato chitarra e tamburello mentre veniva operato al cervello da sveglio. E’ accaduto nei giorni scorsi all'ospedale Molinette di Torino dove nel reparto di Neurochirurgia universitaria diretta da Diego Garbossa è stato effettuato un intervento chirurgico per l'asportazione di un tumore con tecnica asleep-awake, che consente una exeresi massimale (ovvero la rimozione completa di una lesione/neoformazione cutanea) con minimi rischi di deficit neurologici permanenti attraverso il monitoraggio delle funzioni del paziente, da sveglio. Il giovane, polistrumentista e compositore di una nota band torinese 'LaStanzadiGreta' Alan Brunetta, era portatore di un'estesa neoformazione a livello del lobo temporale ed insulare destro. L'intervento, oltre a salvargli la vita, richiedeva di preservare le sue abilità creative e di improvvisazione musicale, cardine fondante della sua vita privata e lavorativa. L'intervento è perfettamente riuscito.
Testare le “funzioni superiori”
L'équipe di Neurochirurgia dedicata all’awake surgery ha quindi pianificato, in accordo con il paziente musicista, l’intervento che è stato eseguito in collaborazione con gli anestesisti dell'Anestesia e Rianimazione 2 ospedaliera e degli psicologi della Psicologia Clinica ed oncologica universitaria. Dopo la prima fase in narcosi, durante la quale è stato eseguito l’accesso chirurgico, il paziente è stato risvegliato in sala e si è proceduto con il brain mapping al fine di identificare un’area corticale ‘safe’ da cui iniziare ad aggredire la lesione.
Durante il brain mapping il paziente ha alternato alla testistica ‘classica’ somministrata dalla neuropsicologa, momenti di improvvisazione ed esecuzione di brani musicali con ausilio di chitarra acustica e tamburello a mano. Il monitoraggio è proseguito anche durante l’exeresi tumorale secondo i criteri della ‘maximal safe resection’. Nel corso dell’intervento e al termine il paziente non ha riportato alcun deficit, il controllo post operatorio ha dimostrato il buon esito dell’operazione.
Non è stata la prima volta che l'équipe ha utilizzato questa metodica, quella della chirurgia a paziente sveglio, anzi, il gruppo da qualche tempo sfrutta la possibilità di testare le cosiddette ‘funzioni superiori’ dell’essere umano in sala operatoria, durante la rimozione di selezionate lesioni espansive cerebrali, monitorandone, tramite opportuna testistica, funzioni come linguaggio, insight, abilità visuo spaziali, non monitorabili in condizioni di narcosi.
Il video su Repubblica