Il report degli 007

Terrorismo, l’Italia resta un potenziale bersaglio. I Servizi segreti: «Colosseo obiettivo della jihad»

La relazione annuale dell’intelligence segnala la presenza di 149 foreign fighters e rilancia le minacche di un media center pro-Daesh

di Redazione Cronaca
28 febbraio 2024
12:22

«L'Italia si è confermata potenziale bersaglio per la sua centralità nel mondo cristiano, il suo impegno nella coalizione anti-Daesh e la presenza di luoghi simbolo della storia occidentale come il Colosseo che continua a essere considerato, dalla retorica d'area, obiettivo di conquista privilegiato nel cuore dell'Europa “miscredente”». Lo segnala la relazione annuale dell'intelligence presentata oggi.

Ad esempio, dopo l'incendio di una copia del Corano a Stoccolma lo scorso 28 giugno, media center pro-Daesh hanno diffuso una locandina che riportava l'immagine di un mujaheddin con il volto travisato, alle cui spalle era raffigurato il Colosseo con la bandiera della Svezia e l'hashtag in lingua araba «bruciare le copie del Corano e bombardare le moschee».


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L'intelligence ha mantenuto alta l'attenzione informativa sui foreign fighters che a suo tempo hanno raggiunto teatri di guerra. Nel 2023, sono aumentati a 149 (di cui 39 rientrati) quelli a vario titolo connessi con l'Italia. Sono inoltre stati espulsi 77 soggetti potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale, di cui 42 tunisini. Una curiosità: tra i rimpatriati figura anche un estremista di destra australiano.

«L'Intelligence - assicura il rapporto - ha continuato a monitorare l'eventuale arrivo/ transito sul territorio nazionale di soggetti “a rischio” - per background, vicende giudiziarie o comunque segnalati in ambito di cooperazione internazionale per profili di pericolosità - che potrebbero sfruttare anche i canali migratori clandestini terrestri e marittimi».

Quanto invece all'allontanamento dal territorio nazionale di soggetti potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale, l'anno passato «sono stati eseguiti, pure grazie al contributo informativo dell'intelligence, 77 rimpatri di cui 13, in prevalenza tunisini, a carico di soggetti che erano riusciti a rientrare in Italia clandestinamente nonostante fossero stati già rimpatriati negli anni precedenti».

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