Trapianto di midollo riuscito su bimbo positivo al Covid e curato con plasma

Il piccolo di soli sei anni e affetto da leucemia linfoblastica acuta è stato sottoposto al trattamento di negativizzazione prima di poter ricevere le cellule staminali prelevate dal papà, anch'egli colpito dal virus e nel frattempo guarito

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di Redazione
12 giugno 2020
12:23

A soli sei anni, già messo a dura prova da una leucemia linfoblastica acuta, è risultato positivo al coronavirus nel momento in cui era pronto per essere sottoposto a trapianto di midollo. Alla fine però tutto è andato per il meglio: il piccolo è stato prima sottoposto al trattamento con plasma ottenuto da un soggetto guarito dal Covid e si è così negativizzato al virus. Poi, il trapianto con le cellule staminali emopoietiche prelevate dal papà, anch'egli risultato positivo e nel frattempo guarito. L'intervento all'ospedale Bambino Gesù di Roma, effettuato dall'equipe del professor Franco Locatelli.

Nell'ottobre 2019 la famiglia, italiana, era arrivata in Italia da Londra, dove risiede, per curare al Bambino Gesù una recidiva della malattia da cui il piccolo è affetto. A marzo 2020, in piena pandemia, i genitori del bambino sono stati sottoposti alle indagini necessarie per stabilire il candidato alla donazione di midollo. Nella serie di esami è previsto anche lo screening per Covid-19. Bambino e genitori sono risultati così positivi al test: papà e figlio asintomatici, la mamma con lievi sintomi.


Per procedere con il trapianto bisognava però attendere che tutti fossero negativi, in particolare il piccolo paziente. Si è optato dunque per l'infusione di plasma iperimmune. Ottenuta l'autorizzazione per uso compassionevole dal Comitato Etico del Bambino Gesù e il nulla osta del Centro Regionale Sangue, il trattamento è stato reso possibile grazie alla collaborazione sviluppata con l'Ospedale Spallanzani (per il reclutamento del donatore di plasma con il migliore titolo di anticorpi neutralizzanti) e l'Ospedale San Camillo (per la raccolta ed il trattamento del plasma).

 

Il trattamento è stato effettuato il 9 maggio nel Centro Covid di Palidoro. Nel frattempo, anche il papà del bambino, donatore di midollo prescelto, è risultato finalmente negativo al tampone. Il 29 maggio, così, al bambino sono state infuse le cellule staminali del papà, appositamente manipolate per eliminare i linfociti T alfa/beta+, cellule pericolose per l'organismo del ricevente. Si tratta della tecnica messa a punto dall'équipe di Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Onco-ematologia e Terapia Cellulare e Genica e sviluppata nell'Ospedale Pediatrico della Santa Sede con la più ampia casistica al mondo (circa 700 i trapianti da genitore effettuati sino ad oggi) su bambini affetti da leucemie e tumori del sangue.

 

Il piccolo ora è in ottime condizioni generali, non ha avuto complicanze post-trapianto, le cellule del papà si stanno moltiplicando e si avvia verso la guarigione completa. Con le metodiche di manipolazione cellulare attualmente disponibili, la percentuale di guarigione con il trapianto di midollo da uno dei 2 genitori è pari a quella ottenuta utilizzando un donatore perfettamente idoneo.

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