
Guida Michelin Italia, sono cinque i ristoranti calabresi stellati del 2026: chi resta e chi sparisce

Guida Michelin Italia, sono cinque i ristoranti calabresi stellati del 2026: chi resta e chi sparisce

Guida Michelin Italia, sono cinque i ristoranti calabresi stellati del 2026: chi resta e chi sparisce

Guida Michelin Italia, sono cinque i ristoranti calabresi stellati del 2026: chi resta e chi sparisce

Guida Michelin Italia, sono cinque i ristoranti calabresi stellati del 2026: chi resta e chi sparisce

Guida Michelin Italia, sono cinque i ristoranti calabresi stellati del 2026: chi resta e chi sparisce
La 71ª edizione della Guida Michelin Italia porta una ventata di rinnovamento nella ristorazione nazionale: oltre 125 nuovi ingressi e quasi 2.000 ristoranti citati confermano la vitalità di un settore sempre più creativo, consapevole e legato al territorio. Il firmamento gastronomico si arricchisce con una nuova insegna a tre stelle, due nuovi ristoranti a due stelle e ben 22 che conquistano la loro prima stella.
In Calabria arrivano conferme importanti: Abbruzzino Oltre a Lamezia Terme, Gambero Rosso a Marina di Gioiosa Ionica, Hyle a San Giovanni in Fiore, Qafiz a Santa Cristina d’Aspromonte e Dattilo a Strongoli mantengono la Stella Michelin, consolidando l’immagine di una regione sempre più interessante per gli appassionati di alta cucina.
Non mancano però le note amare: perdono il riconoscimento Luigi Lepore a Lamezia Terme e lo storico Abruzzino di Catanzaro, due uscite pesanti che segnano un cambio di equilibrio nel panorama calabrese.
Nato negli anni Settanta da Anna Maria e Giuseppe Sculli come omaggio al mare lasciato da emigranti, il Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Ionica è oggi guidato dai figli Riccardo e Francesco. La cucina valorizza i prodotti del litorale ionico attraverso una rete di piccoli pescatori che garantisce qualità e rispetto dell’ambiente. I celebri crudi aprono un percorso che unisce mare e campagna in piatti equilibrati, autentici e profondamente identitari. Un ristorante che resta il cuore pulsante della famiglia e della comunità costiera.
In un agriturismo immerso tra ulivi secolari, vigneti e una piscina panoramica, Caterina Ceraudo porta avanti una cucina contemporanea e personale, capace di esaltare le tipicità calabresi con equilibrio e sensibilità. L'azienda Dattilo a Strongoli produce vino, olio e conserve, integrando la ristorazione in un ecosistema agricolo virtuoso. I menu degustazione e la carta a prezzo fisso offrono un percorso che unisce tecnica e semplicità. Imperdibile il giro con Roberto Ceraudo, pioniere del biologico in Calabria e anima dell’azienda, che racconta la storia di un luogo dove ospitalità e gusto convivono in armonia.
Al primo piano di un palazzo storico trasformato in boutique resort, Luca Abbruzzino propone a Lamezia Terme un’idea di alta cucina elegante ma non formale. L’esperienza inizia nel salottino per l’aperitivo e continua nelle due sale con soli cinque tavoli ellissoidali, pensati per un’atmosfera raccolta. Il menu, rigorosamente a sorpresa, racconta fantasia, tecnica e radici calabresi attraverso piccole portate studiate nei dettagli. Il wine pairing è disponibile, ma la competenza del maître-sommelier offre sempre un abbinamento impeccabile, sia al calice sia alla bottiglia.
Immerso tra ulivi e silenzi della campagna più autentica, a Santa Cristina d'Aspromonte Qafiz accoglie gli ospiti in una villa settecentesca dove il restyling recente ha portato la cucina al centro della sala. Dallo Chef’s Table è possibile assistere alla preparazione del lungo menu degustazione firmato da Nino Rossi, un viaggio creativo costruito con prodotti calabresi, molti dei quali coltivati o raccolti direttamente dalla struttura. Dopo cena ci si sposta nell’elegante Aspro Cocktail Bar, mentre Casa Qafiz offre cinque camere per chi desidera proseguire l’esperienza.
Il nome Hyle richiama la “materia” della Sila, fonte millenaria di risorse per le popolazioni greche e calabresi. La cucina di Antonio Biafora di San Giovanni in Fiore segue un itinerario simbolico che unisce costa, colline e montagne, valorizzando piccoli produttori e ingredienti autoctoni in un modello sostenibile e virtuoso. Due i menu degustazione, Pùzaly (dal termine greco pisseres, resinoso) e Chjùbica (l’antica strada che collega Paola a Cirò Marina), disponibili anche alla carta. Un momento unico è la conversazione dello chef sui coltelli tradizionali calabresi, che avviene solitamente prima della seconda portata, da cui nasce una collaborazione con artigiani locali. La cantina unisce etichette nazionali e internazionali con perle enologiche regionali, affiancate da birre prodotte in casa.
Tutti gli articoli di Food