Sociologo, docente e operatore olistico, guida corsi e seminari per divulgare in tutta Italia la cultura delle arti bionaturali e della medicina non convenzionale. Ecco la sua esperienza
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Annunziato Gentiluomo, un orgoglio calabrese. Per tutti è Nunzio. Da quasi trenta anni vive a Torino, dove si è laureato, ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze e Progetto della Comunicazione, diversi master universitari, tra cui quello in Sistemi sanitari, Medicine tradizionali e non convenzionali all’Università di Milano Bicocca per approfondire tematiche di cui iniziò a interessarsi già durante il dottorato.
Giornalista, direttore responsabile della testata ArtInMovimento Magazine che si occupa di arte e benessere, organizzatore del Convegno Internazionale Andare Oltre. Uniti nella Luce (17-19 ottobre a Borgaro Torinese) e ideatore, co-fondatore e direttore artistico del Life Beyond Life Film Festival, entrambi sull’evento morte e sulla vita oltre la vita, è una figura eclettica e un entusiasta della vita.
Il suo amore per la vita l’ha portato da sociologo e insegnante a occuparsi di medicine non convenzionali, arti olistiche e discipline bionaturali, affiancando professionisti sanitari, in particolare medici, psicologici e fisioterapisti, per la presa incarico più completa della persona che sta affrontando un percorso di malattia.
Dottore, quando è nata la sua passione, oggi occupazione professionale, inerente alle discipline bio-naturali e alle arti del benessere?
«Diciamo che la cura all’altro, l’empatia e l’attenzione a nutrire le relazioni sono sempre stati aspetti che hanno caratterizzato la mia vita. Poi durante l’università sono stato invitato a prendere parte alla presentazione di un corso di Reiki e da lì, sono oltre venti anni che continuo nel mio percorso personale e spirituale. Ho fatto diversi corsi. Cinque anni di shiatsu, due anni di riflessologia plantare, corsi di manipolazione dell’apparato locomotore, un lungo corso di minfulness psicosomatica, un lungo e articolato corso di hypno-coaching, due anni di massaggio ayurvedico e molti altre pratiche da body worker. Oggi, tramite la mia Università Popolare ArtInMovimento APS, cerco di sostenere i miei clienti per permettere loro di crearsi il proprio spazio sacro, di integrare i vissuti e sciogliere i nodi chi li attanagliano. Il mio lavoro parte sempre dal corpo anche se poi arriva a toccare i piani sottili dell’essere. Infatti i cinque stili di Reiki che pratico e insegno, oggi hanno trovato nella lettura dei Registri Akashici una leva importante per ottimizzare la comprensione al cliente dei processi in essere».
La situazione italiana in questo ambito non pare ancora molto chiara?
«Dici bene. Nonostante i traguardi raggiunti con la Legge 4 del 2013 sulle professioni non regolamentate, ancora il sommerso è tanto e gli operatori che si improvvisano rappresentano una percentuale altissima. Non credo sia possibile dopo quattro fine settimana o poco più di corsi, avere la preparazione per poter gestire una certa complessità. Il corpo è un contenitore emozionale importante, un tempio che va toccato e sollecitato con cautela. Il lavoro sulla gestione del setting e delle base di counseling, di comunicazione e di psicologia sono fondamentali per la presa in carico di qualcuno, anche se il problema per cui il cliente si è avvicinato è rappresentato da semplici contratture. Per questo è importante avere associazioni di categoria che tutelino l’utenza e che filtrino gli operatori».
Parlando di associazioni di categoria, con grande orgoglio sappiamo che Lei sia il Presidente di Reiki Professionisti Reikologi, un vanto per la nostra terra. Può evidenziare gli obiettivi che si pone?
«Veramente anche la Vice-Presidente, Maria Clementina Turrà è di Catanzaro, quindi grande rappresentanza nel consiglio direttivo di Reiki Pro della Calabria. Tale associazione rappresenta un punto di riferimento per i professionisti del Reiki in Italia ed è stata fondata il 20 novembre 2014 con l’obiettivo di promuovere la qualità e la professionalità nel settore, legittimare chi pratica professionalmente questo sapere antropologico di cura e per tutelare l’utenza che ne fa ricorso, ha intrapreso un percorso di crescita e riconoscimento istituzionale, consolidando la sua posizione a livello nazionale ed europeo. Oggi, nonostante la sede legale sia a Pino Torinese (TO), abbiamo referenti territoriali e locali in diverse regioni d’Italia e stiamo portando avanti un progetto di aggiornamento professionale veramente innovativo, in linea col lifelong learning e la formazione continua e permanente. Ha in essere un Comito Tecnico Scientifico che vaglia le richieste dei soci, in termini di percorsi svolti e formazione acquisita; si è dotata di un codice etico e un codice deontologico. Ha istituito inoltre la figura del Reikologo che ha il compito di contribuire allo sviluppo di un sistema integrato di teorie e pratiche atte ad educare l’essere umano all’acquisizione del proprio benessere personale nel pieno rispetto di ogni altro essere vivente».
Possiamo dire chi è e cosa fa il Reikologo?
«Dai documenti ufficiali si può appurare che il Reikologo è inteso come persona esperta della disciplina, che opera in piena autonomia nel campo del benessere individuale e sociale attraverso un metodo energetico, naturale, non invasivo valorizzando le risorse vitali di ogni individuo e favorendone il benessere globale. Si occupa di contribuire al riequilibrio fisico, psichico, mentale, spirituale e relazionale dell’uomo, aiutandolo a migliorare il rapporto propriocettivo di consapevolezza e benessere.
Si rammenta sempre e si sottolinea che l’attività del professionista Reiki o Reikologo non si sovrappone alle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’art. 2229 del c.c. e non rientra nello svolgimento di una professione sanitaria o di attività o mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative escluse dal campo di applicazione della Legge 4/2013».
Parliamo quindi del Reiki. Come lo può definire affinché tutti possano comprenderlo?
«Abbiamo parlato di Reiki Pro senza parlare del Reiki. Nel mio libro “Sapere, Saper Fare, Saper Essere nel Reiki” lo definisco una pratica bio-energetica a mediazione corporea di origine giapponese che, attraverso l’imposizione delle mani poggiate o a qualche millimetro dal corpo vestito del cliente, stimola il processo di autoguarigione del soggetto. Veicola informazioni, sotto forma, per lo più, di calore, che nutrono il sistema, favorendone la naturale omeostasi. Il percorso prevede tre livelli e ciascuno è propedeutico all’altro. Tra i seminari ci sono ore di approfondimento e formazione mirata».
Quali sono i suoi effetti più eclatanti?
«Induce un profondo rilassamento, libera dalle tossine, riequilibra, allenta le tensioni, focalizza e dissolve il pensiero ossessivo, lavora sulla motivazione e sul migliore mindset; in sintesi opera per migliorare la qualità della vita della persona e sostiene il suo benessere psico-fisico. È pur vero che, se leggiamo articoli scientifici, gli ambiti di applicazioni in ambito sanitario sono ben di più, in particolare l’oncologia, la geriatria, la pediatria e la ginecologia. Da quegli stessi articoli si evince che già dalle prime applicazioni si riscontra una diminuzione sensibile della produzione degli ormoni dello stress, come l’adrenalina e il cortisolo, a beneficio dell’aumento di serotonina e dopamina, una migliore respirazione e un più regolare battito cardiaco, soprattutto in soggetti ansiosi, la stabilizzazione dell’umore, a tutto vantaggio del sistema immunitario. Pare proprio che aiuti ad allargare la forbice tra malattia e salute. Oltretutto è privo di effetti collaterali e non richiede uso di olii o altri strumenti».
Lei è il Presidente dell’Università Popolare ArtInMovimento APS, che ha una sede operativa anche a Locri (RC), ed è il direttore dei corsi della stessa, in particolare della formazione nel Reiki. Ce ne può parlare? Sta lavorando anche in Calabria in tal senso?
«Ebbene sì. La sede è a Locri, in via Foggia, 12. A fine mese terrò un seminario di primo livello a Locri, ricorrendo alla metodologia didattica blended learning: difatti è prevista una formazione da remoto video di circa otto ore e altrettante in presenza con me. Le altre venticinque ore che servono per concludere il primo step saranno proposte durante il mese di agosto, in moduli da due, tre o quattro ore, alcune anche a distanza».
Dottore, riusciremo ad averla ancora con noi?
«Sarebbe un piacere: è un modo per fare divulgazione e informazione nella mia terra. Se volete, potremmo pensare a una rubrica sul benessere...»