È Pino Aprile il nuovo direttore di LaC News24: «Dalla Calabria per dare voce a tutto il Sud»

VIDEO | Giornalista e scrittore, è considerato il meridionalista più celebre grazie al successo dei suoi saggi sull’Unità d’Italia. Nel suo editoriale di insediamento traccia la nuova rotta del network targato Diemmecom (ASCOLTA L'AUDIO)

di Pino Aprile
6 maggio 2021
13:15

Ho accettato di prendere il timone delle testate televisive e online de LaC News24, perché credo che questo gruppo abbia la visione e la forza per dare voce potente al Mezzogiorno, nella difesa dei diritti negati o “concessi” come fossero un favore, una regalìa, con lo sconto, al ribasso, perché se si tratta del Sud, non può che essere meno: salute, trasporti, rispetto, istruzione.

La sottrazione di risorse pur destinate al Mezzogiorno, di investimenti pubblici, la negazione di opere pubbliche essenziali stanno desertificando una terra potenzialmente ricca come poche al mondo. Il ritardo di sviluppo e infrastrutture è una scelta politica non sempre adeguatamente contrastata da chi dovrebbe rappresentare e difendere il Sud. Credo che i meridionali siano poco informati, su questo e sulla legittima e coraggiosa reazione di chi finalmente pretende il giusto, come fanno centinaia di sindaci dei Comuni del Mezzogiorno, alcuni esponenti delle regioni, pochi parlamentari nazionali ed europei.


Il Mezzogiorno è invece ancora raccontato come questione di ordine pubblico e basta. La mafia versa il sangue al Sud e i soldi al Nord, perché, essendo un fenomeno economico (pur se criminale), coglie le occasioni e sceglie le più produttive. Anche in questo, il Sud, ma in ispecie la Calabria, sta vivendo una stagione inedita, grazie a una schiera di magistrati, investigatori, che stanno assestando colpi tremendi alla 'ndrangheta e alla masso-mafie. E c'è chi cerca di delegittimarne l'opera.

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Ho conosciuto l'editore e i colleghi de LaC News24 (nella foto il nuovo direttore Pino Aprile e Maria Grazia Falduto, direttore editoriale) in occasione della giornata a sostegno del lavoro della Procura di Catanzaro, guidata dal dottor Nicola Gratteri, fatto oggetto di attacchi di rara violenza. Il 18 gennaio 2020 ci ritrovammo in migliaia a testimoniare vicinanza agli inquirenti che avevano appena varato la maxi-retata del Rinascita Scott. Una manifestazione nata da un giro di telefonate con amici preoccupati del clima che si stava creando. Non si tratta di adesioni acritiche: sbagliano anche i magistrati, perché umani e fallibili, ma un conto è chiedere che, nei modi previsti da procedure e leggi siano corretti gli errori (c'è il processo anche per questo), un conto condannare tutto il loro lavoro per gli inevitabili errori.

Il sostegno de LaC News24 a quella manifestazione (cui mancò tanta “società civile”) fu totale. E lo apprezzai molto. Quando poi iniziò il maxi-processo Rinascita Scott e scoprii che si sarebbe svolto in inedita e, per me, inspiegabile clandestinità di Stato, cercai in tutti i modi di trovare una via perché una tale, grandiosa anche nei numeri, opportunità di riflessione e analisi della comunità fosse davvero pubblica. Ancora una volta, trovai ascolto da parte de LaC News24, che a tempo di record, con uno sforzo ammirevole di tecnici e giornalisti, mise in piedi quanto necessario e la trasmissione che conduco con Pietro Comito, “Rinascita Scott. Processo alla 'ndrangheta” è l'unica in Italia che racconti e faccia vedere, nei limiti dei paletti posti da una ordinanza della magistratura, cosa sta avvenendo nell'aula bunker, nonostante sapessimo a quali reazioni saremmo andati incontro (ricordo che per un servizio fatto, in buona parte, con filmati de LaC News24, al bravissimo collega della Rai, Riccardo Iacona, sono state rivolte critiche durissime).

Così, quando l’editore dell'emittente mi ha proposto di prendere le redini della sezione informativa della loro azienda, ho chiesto di essere garantito su alcune cose, che riassumo così: LaC News24 è in Calabria, per la Calabria, ma deve pensarsi “dalla Calabria”, nel senso di guardare al proprio futuro come emittente meridionale; e, nel rispetto di tutte le opinioni, la sua azione a tutela dei diritti sacrosanti e calpestati del Mezzogiorno dev'essere ancora più decisa, marcata. Avute rassicurazioni su questo, ho firmato. La squadra che vado a dirigere è forte, qualificata, coesa; e questo è frutto di buone scelte dell'editore e del lavoro di chi mi ha preceduto. Ho letto, come voi, la lettera di dimissioni del mio predecessore, Pasquale Motta. È coerente con la sua storia. Attendiamo con lui, serenamente e con fiducia (vera, non per modo di dire), la chiarezza che verrà dall'opera dei magistrati.

Giudicateci per quel che faremo, per come lo faremo. Qualcosa potremo sbagliarla, ma siamo capaci di correggerci. Uno dei miei primi libri si chiama “Elogio dell'errore” (senza esagerare...).

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