L’appello

«A Cosenza l’aborto non è più un diritto garantito», la protesta dalla portavoce regionale delle donne dem

La portavoce regionale della conferenza democratiche Calabria Teresa Esposito: «L’ultima conversione all’obiezione di coscienza dell’unico medico “abortista” dell’Annunziata non garantisce più il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza»

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di Redazione
20 luglio 2022
16:02

«La L194 in Calabria, stante l’ultima conversione all’obiezione di coscienza dell’unico medico “abortista” dell’Annunziata di Cosenza, non garantisce più il diritto delle donne appartenenti al vasto bacino d'utenza di quell'ospedale alla consapevole scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza». A scriverlo è Teresa Esposito portavoce regionale della conferenza democratiche Calabria.

«Garantire l'aborto in condizioni igienico sanitarie adeguate e sane, entro limiti temporali definiti in base alle fasi dello sviluppo embrionale, è stata una conquista di civiltà, una lotta politica di emancipazione di una società che ha deciso democraticamente di tutelare la vita delle donne, sottraendole ai tavoli delle mammane».


«Nonostante in Calabria la Legge Regionale 47 di dicembre 2016 parrebbe andare incontro alla carenza di medici disponibili a garantire l’aborto nelle strutture pubbliche, le condizioni generali della sanità pubblica calabrese, la carenza numerica di medici disponibili a garantire l’applicazione delle L.194/78 e della L.R. 47/2016, le distanze che collegano una città all’altra, la mancanza di mezzi di collegamento che garantiscano il trasporto collettivo, le condizioni stesse della viabilità regionale, rendono la legge regionale inapplicabile nei fatti e questo ulteriore attacco alla libera scelta delle donne appare come un passo indietro nell'oscurantismo».

«Le conquiste del recente passato rischiano di apparire carta straccia. Occorre, a questo punto - continua la portavoce regionale delle donne dem - , riaffermare un diffuso protagonismo femminile, un protagonismo trasversale che superi le divisioni partitiche e che sia in grado di rivendicare con forza l’irreversibilità di un diritto».

Teresa Esposito, in clonclusione della sua nota, lancia un appello al presidente della Regione Calabria: «La politica deve fare la sua parte: al governatore Occhiuto, che ha assunto la carica di commissario alla sanità calabrese, spetta il dovere di ripristinare le organizzazioni preposte, potenziare tutti i consultori, promuovere il rilancio della sanità pubblica e garantire la presenza di medici non obiettori in tutti i distretti sanitari».

 

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