Covid all’aeroporto di Lamezia, la società di vigilanza replica: «Noi trasparenti». La nostra risposta

I vertici aziendali ostentano il rispetto dei protocolli di sicurezza. Ma senza il nostro articolo nessuno avrebbe saputo del focolaio tra il personale a contatto con il pubblico

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di Redazione
27 aprile 2021
17:44
Aeroporto Lamezia Terme
Aeroporto Lamezia Terme

In merito all'articolo dal titolo “Aeroporto Lamezia, focolaio Covid tra i dipendenti della società di vigilanza”, riceviamo e pubblichiamo:
«Ingenerosamente e senza alcuna cognizione di causa l’articolista asserisce che “non sono stati pianificate sospensioni mirate del servizio né adottate le necessarie sanificazioni”. Le affermazioni, completamente destituite di fondamento e frutto di una distorta e malevola ricostruzione dei fatti, impongono una puntuale quanto doverosa smentita, anche al fine di fugare il campo da qualsiasi dubbio sulla correttezza di operato dell’Istituto di vigilanza che, contrariamente a quanto distortamente riferito nella pubblicazione, al verificarsi dei primi dati di positività al Covid ha immediatamente attivato quanto di competenza ai fini della tutela della sicurezza dei lavoratori e della salubrità degli ambienti di lavoro.

In via meramente esemplificativa si evidenzia come sia stato immediatamente attivato uno screening sul personale potenzialmente venuto a contatto con i soggetti risultati positivi, che è stato prudenzialmente sospeso dall’impiego, in attesa degli esiti delle verifiche sanitarie. Peraltro, nell'immediato il personale monitorato è risultato negativo, salvo poi positivizzarsi nel prosieguo, con relativo accertamento compiuto grazie al monitoraggio proseguito dalla stessa azienda.


Vieppiù, una massiccia attività di monitoraggio è stata attivata su tutto il personale a vario titolo impiegato sulle postazioni aeroportuali, con l’esecuzione di tamponi “di massa” direttamente sul posto di lavoro, ad iniziativa, cura e spese dell’Istituto; proprio grazie alla suddetta attività di monitoraggio collettivo sono stati individuati altri casi di positività opportunamente gestiti ed altrimenti non individuabili, stante l'assenza di sintomatologia.

Sono state, nel contempo, poste in essere le necessarie attività di sanificazione e, ad ogni modo, i casi di positività registrati non corrispondono ai dati erroneamente riportati nel Vs articolo, essendo non superiori complessivamente ad otto. Ed ancora, è stato attivato un meccanismo di monitoraggio periodico, con cadenza settimanale di effettuazione dei tamponi sul medesimo personale, oltre a sollecitare alle preposte Autorità Sanitarie l'inserimento del suddetto personale nel piano vaccinale, trattandosi di unità lavorative addetti a servizi essenziali.

Il personale tutto dell’Istituto è costantemente monitorato, dispone di dispositivi di protezione individuali, attua i rimedi e le precauzioni utili a prevenire e contenere il rischio di contagio come da protocolli attivi ed osserva scrupolosamente le prescrizioni sanitarie di sicurezza. La gestione delle situazioni di rischio viene costantemente operata in piena sinergia con la SACAL attraverso l’attuazione di protocolli condivisi e uno scambio continuo di informazioni che consente di intervenire tempestivamente al fine di contenere ogni fattispecie di potenziale diffusione epidemica.

La Vostra testata vorrà, pertanto, rettificare quanto erroneamente riportato nell’articolo in contestazione, ristabilendo la verità e correttezza di informazione a beneficio dell’utenza e nel rispetto dell’onorabilità e correttezza professionale dell’Istituto, che da decenni opera sul mercato garantendo standard qualitativi particolarmente elevati del servizio assicurando, nel contempo, il pieno rispetto delle norme a presidio della sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro.
Resta inteso che in difetto di seguito a quanto richiesto verrà dato immediato corso ad atti di legge nelle preposte sedi penali, per la tutela degli interessi dell’Istituto rispetto alle denigratorie pubblicazioni in oggetto».

La nostra risposta

Prendiamo atto della replica della società Torpedine. Tuttavia, sia il contenuto della replica che le roboanti minacce di adire a vie legali non smentiscono affatto quanto da noi affermato sulla presenza di un focolaio tra il personale dipendente della società di vigilanza, né sulla mancanza di trasparenza nella gestione di questa emergenza.

È indubbio che, se non fosse uscito il nostro pezzo, l’opinione pubblica sarebbe rimasta all’oscuro. La società Torpedine, dunque, farebbe molto meglio a rendere noto con divizia di particolari le modalità di contenimento del focolaio, il numero reale dei positivi e il relativo aggiornamento, invece di minacciare chissà quale ritorsione nei confronti di chi, come la nostra testata, ha semplicemente esercitato il sacrosanto diritto-dovere di cronaca. La mancanza di trasparenza, infatti, risulta assolutamente intollerabile per una società che svolge un delicato servizio pubblico nella stazione aeroportuale, a contatto, tra l’altro, di centinaia di utenti.

I toni utilizzati nella replica da parte della società Torpedine, dunque, solidificano e confermano tutte le nostre perplessità sulla modalità di gestione del focolaio Covid-19 nel personale di vigilanza. Abbiamo motivo di credere, evidentemente, anche grazie all’apporto di solide fonti, che il personale che è venuto in contatto con il quello risultato positivo non è stato messo tempestivamente fuori servizio e in isolamento fiduciario in attesa del tampone molecolare, così come prevedono tutti i protocolli anti–covid. Una circostanza, tra l’altro, confermata nella stessa replica, allorquando si afferma che si è proceduto addirittura al tampone molecolare durante il servizio.

Ci auguriamo che, nelle prossime ore, la società Torpedine, invece di notificarci grossolane minacce, certifichi, carte alla mano, la correttezza del proprio operato e renda trasparente la gestione del focolaio che coinvolge il personale in servizio. Per quanto ci riguarda, piaccia o non piaccia alla società Torpedine, noi continueremo ad esercitare il nostro sacrosanto diritto/dovere di cronaca.

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