Movimento 24 agosto: «La disfatta sanitaria appartiene a tutti. La politica non tenti di smarcarsi»

«L’unico modo per tentare di invertire la rotta è affidarsi a forze civiche incontaminate», sostiene la realtà capeggiata da Pino Aprile

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di Redazione
11 novembre 2020
17:52

«Se le reazioni di sdegno e di protesta dei calabresi sono più che legittime, altrettanto non può dirsi del rimpallo di responsabilità della classe politica calabrese. Parte del centro-destra, sia nazionale che regionale, ha cercato di smarcarsi sostenendo che la competenza in Calabria in materia di sanità spettasse esclusivamente al commissario ad acta, tesi che può essere accettata solo in minima parte». Lo riferisce in una nota stampa il movimento 24 agosto-

 


«È vero - si fa presente - che il D.L. 35/2019 (“misure emergenziali per il servizio sanitario della Calabria”) attribuisce poteri molto ampi al commissario ad acta, ma è anche vero che la Regione aveva, e dovrebbe avere tuttora, sia un dovere politico di controllo sull’operato del commissario ad acta, sia un coinvolgimento nella scelta dei vari commissari straordinari (art.3 D.L. 35/2019). Inoltre è sul Dipartimento n.9 della Regione Calabria (Tutela della salute e politiche sanitarie) che incombe l’obbligo di dare attuazione ai decreti del commissario ad acta emanati ad ottobre 2020».

 

«Ed ancora, è con decreto del presidente della giunta regionale n.18/2020 (datato 11/03/2020) - si legge nella nota - che sono stati previsti 310 posti (110 area Calabria nord; 100 area Calabria centro; 100 area Calabria sud) “da dedicare alla gestione del paziente affetto da Covid-19”: ma dopo 8 mesi, di questi posti ne risultano meno della metà (146 è il numero dichiarato dal commissario Cotticelli). In merito ai posti letto, di chi è la responsabilità politica se non della Regione (e del suo dipartimento)? Infine, chi ha firmato il D.L. 35/2019 con il quale è stato disposto l’ennesimo commissariamento della sanità calabrese? Il governo c.d.“Conte I” (fra i firmatari Matteo Salvini ed Erika Stefani, entrambi della Lega Nord, all’epoca rispettivamente Ministro dell’Interno e Ministro degli Affari regionali e le autonomie)».


A giudizio del Movimento: «Ancor più grottesco e scriteriato è l’atteggiamento del Pd calabrese, che dopo mesi di silenzio, ha reagito alle dichiarazioni di Cotticelli pubblicando, un giorno sì e l’altro pure, comunicati stampa per attaccare la controparte (centro-destra). Questo tentativo di sfruttare il disastro sanitario della Calabria per fare campagna elettorale è un atteggiamento che va aspramente criticato. Per capire che il Pd non è esente da responsabilità politica basta ricordare: che il vicepresidente della giunta regionale è del PD, che il vicepresidente della commissione sanità (terza commissione del consiglio regionale) è del Pd, che per tutta la durata della X legislatura (presidente Oliverio - Pd) la sanità era già commissariata, che il commissario Cotticelli, per un periodo di 8 mesi, ha svolto la propria attività a fianco della giunta Oliverio».

 

«Possibile - si ribadisce - che il Pd si sia accorto soltanto ora dell’emergenza sanitaria in Calabria? L’epidemia causata dal covid19 non va confusa con il più ampio diritto alla salute che ogni individuo ha sin dal concepimento: il Pd non può aggrapparsi soltanto all’ultima emergenza da coronavirus, ma dovrebbe assumersi la responsabilità politica per quanto non fatto in materia di sanità (negli ultimi 6 anni, 5 sono stati di amministrazione Pd).


Dunque - continua il comunicato-  la responsabilità politica non è solo del commissario ad acta nominato dal governo (fra l’altro nei primi anni di commissariamento della sanità il ruolo di commissario veniva svolto dallo stesso presidente della giunta regionale), ma è una responsabilità politica di tutti i partiti tradizionali, sia di centro-sinistra sia di centro-destra, che negli ultimi (almeno) 20 anni avevano il dovere di garantire il diritto alla salute dei calabresi. Le omissioni sono tanto gravi quanto le azioni.


Nel tempo i partiti hanno candidato qualche nome nuovo, mettendo in scena un cambiamento fittizio (il politico navigato è stato sostituito con un suo fedelissimo, magari laureato e presentabile, o con un suo parente, o addirittura con il figlio), ma dietro ai partiti i gruppi di potere sono rimasti inalterati. Ci sono famiglie in Calabria - conclude il sodalizio - che vivono di politica da 30-40 anni: la cabina di regia è sempre la stessa. L’unico modo per tentare di invertire la rotta è affidarsi a forze civiche incontaminate».

 

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