Platì, Anna Rita Leonardi e quel sessismo in sottofondo

È amica di Renzi. Ed è una bella ragazza. Basta tutto questo per bocciarla a priori?

1 maggio 2016
11:29

Anna Rita Leonardi è una che fa politica da anni. La sua prima tessera di partito risale al 1999, perché prima, non avendo 14 anni, non poteva tesserarsi. Da allora ha sempre militato in partiti di sinistra, fino al Pd. La Leonardi, in politica, di successi non ne ha raccolti molti. Ma, grazie alla militanza e al suo impegno, ha avuto qualche incarico nelle varie federazioni del partito, tra assemblea provinciale e regionale. Insomma, non è esattamente una che in politica ci si è trovata per caso. Qualche mese fa, in largo anticipo sui tempi, Anna Rita Leonardi ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Platì. E contro di lei si sono aperte le cateratte del cielo. Perché Anna Rita Leonardi ha sostanzialmente due problemi: essere molto vicina a Renzi ed essere oggettivamente una bella figliola. Ora, se nel primo caso ha tutte le colpe, perché gli amici uno se li deve saper scegliere, nel secondo non può farci nulla: è nata così. Perché scriviamo di questi due suoi problemi? Perché da quando la Leonardi ha annunciato la sua candidatura a Platì, le sono piovute addosso insinuazioni, battutine, in qualche caso anche insulti. Perché in questa disgraziata terra, è inconcepibile che una bella ragazza come lei possa interessarsi ad un paese, come Platì, che l'ultima volta vide annullate le proprie elezioni a sindaco perché non si era candidato nessuno. E dove negli ultimi 12 anni, per ben tre volte il consiglio comunale é stato sciolto per inquinamento da 'ndrangheta. Quindi, se una come Anna Rita Leonardi si candida, lo fa perché sicuramente cerca visibilità, perché chissà chi se la porta a letto, perché è un'arrivista e chissà dove vuole arrivare. Ora, chi scrive conosce molto poco la Leonardi. Quindi non può dire se sia o meno all'altezza di fare il sindaco a Platì. Però trova assolutamente di cattivo gusto, il continuo ricorso allo sfottò e alla malizia, quando si parla di lei. Anzi, diciamolo chiaramente: gli sembra proprio sessista. Anna Rita Leonardi un merito ce l'ha: con la sua candidatura si è parlato molto di Platì. Al punto che persino Wanda Ferro aveva fatto un pensierino ad una candidatura. Su di lei si può obiettare che magari non sia all'altezza, che una di Reggio perché dovrebbe fare il sindaco a Platì. Che non ha mai vinto un'elezione. Che non sia capace di redigere un programma politico. Si può anche dire che sta facendo fatica a comporre la lista. Anche a chi scrive erano arrivati spifferi in questo senso. Sarebbero critiche di natura politica. Ci potrebbero stare e magari su questo la diretta interessata potrebbe ribattere, contro dedurre. Ma non buttarla sempre e solo su ironia e malizia. Perché in questo modo si perde di vista l'obiettivo primario: dotare cioè Platì di un'amministrazione democratica, lontana dalle logiche di 'ndrangheta che l'hanno fin qui caratterizzata. Peraltro, sempre chi scrive, non può fare a meno di notare un particolare. Come detto, sulla Leonardi si sono spesi fiumi di parole. Ma da qualche giorno, è stata resa nota la sfidante nella corsa a sindaco: Ilaria Mittiga, figlia dell'ultimo sindaco il cui consiglio è stato sciolto per 'ndrangheta. Lo stesso che si voleva ricandidare anche questa volta, prima che la Bindi mostrasse paletta rossa, e che adesso manda avanti la figlia. Ora: sembra molto strano che questo aspetto nessuno, a parte il buon Klaus Davi, l'abbia messo in evidenza. È abbastanza illogico che se a Platì si prova a ricandidare il sindaco deposto per 'ndrangheta, nessuno dica una parola. Mentre invece alla Leonardi si fa persino la conta dei rossetti che porta nella Louis Vuitton. E allora, magari, a pensar male si fa peccato. Ma quasi sempre ci si azzecca.

Giacomo Losi

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