L’Unione sindacale italiana Marina (Usim) prende atto «con soddisfazione, della decisione della Regione Calabria di ritirare la costituzione di parte civile nei confronti degli appartenenti alla Guardia di Finanza e al Corpo delle Capitanerie di Porto, indagati nell'ambito del processo sul tragico naufragio di Cutro». Lo fa sapere in una nota il segretario generale del sindacato, Francesco Nastasia.

«Fondamentale – spiega – è stato l’intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sen. Matteo Salvini, informato sull’accaduto da parte del Segretario Nazionale dell’Usim, dott. Paolo Fedele». 

Secondo il sindacato «a nota, diffusa dalla stessa Regione Calabria, riconosce chiaramente come l'iniziale richiesta di costituzione di parte civile in questo specifica fase processuale, che vede coinvolti esclusivamente i tutori dell'ordine, sia stata frutto di una "erronea presentazione" degli uffici e non di una reale volontà di azione contro chi, quotidianamente, opera per la sicurezza del Paese. L’Usim, sin dal principio, ha espresso forte preoccupazione e disappunto per un'azione che rischiava di gettare un'ombra ingiustificata sull'operato di professionisti che, in contesti spesso difficili e con risorse limitate, si dedicano alla salvaguardia della vita umana e alla tutela della legalità».

«Riteniamo – aggiunge il segretario Nastasia – che la sensibilità e il senso di responsabilità dimostrati dalla Regione Calabria con questo passo indietro, siano un segnale importante di rispetto e considerazione verso le donne e gli uomini in divisa. L'ammissione dell'errore e la pronta rettifica testimoniano una volontà di ristabilire una corretta percezione del ruolo delle Forze dell'Ordine e di evitare strumentalizzazioni in un momento così delicato. L’Usim continuerà a seguire con attenzione l'evolversi della vicenda processuale, ribadendo la piena fiducia nell'operato della Magistratura, affinché venga fatta piena luce sulle responsabilità del tragico evento. Al contempo, esprimiamo il nostro convinto sostegno ai colleghi ingiustamente coinvolti, auspicando una rapida conclusione del procedimento, fiduciosi che si possa accertare la loro estraneità ai fatti contestati».