Randagismo, gli animalisti alla Regione: «Piano stilato ma non approvato. S’intervenga»

Il Movimento Onda Calabra animalista: «Ancora inerzia e disinteresse. Le istituzioni ridiano dignità alla Calabria, ai suoi cittadini e agli innumerevoli cani e gatti abbandonati»

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di Redazione
23 luglio 2020
15:08
Cane, immagine di repertorio da pixabay
Cane, immagine di repertorio da pixabay

A distanza di più di un anno dal sit-in organizzato alla Cittadella regionale il 12 giugno 2019, il Movimento Onda Calabra animalista continua «la sua battaglia contro il disinteresse e l’inerzia della Sanità e della Regione Calabria in materia di randagismo».

Il Piano contro il randagismo

Per mesi, viene illustrato in un comunicato stampa, la delegazione del Movimento ha tenuto diversi incontri con la Task force veterinaria della Regione Calabria, giungendo alla stesura di un Piano strategico contro il randagismo, che «inspiegabilmente ancora oggi non è stato approvato e senza il quale, di fatto, l’applicazione della Legge 281/1991 rimane disattesa».


 

È del 7 luglio scorso l’ultima missiva indirizzata al commissario ad acta Saverio Cotticelli e al sub commissario Maria Crocco, al presidente della Regione Calabria Jole Santelli e all’assessore Tutela dell’Ambiente Sergio De Caprio. All’interno del testo, si evidenzia la necessità di intervenire su un tema che ha ripercussioni sul turismo, sulla salute e sulle casse pubbliche.

Il business intorno ai randagi

In più viene evidenziata un’altra questione, quella legata al business del randagismo: «Un cane detenuto a vita in canile costa in media 15mila euro alla collettività, oltre alle spese sanitarie. In Calabria si stima siano detenuti nei canili rifugio circa 11.000 cani. È facile comprendere che cifre del genere possano essere allettanti per la criminalità e che i canili, luoghi deputati al ricovero temporaneo dei cani vaganti, in molti casi siano diventati delle carceri a vita.

Le Associazioni animaliste – si precisa - hanno più volte denunciato l’impossibilità di accedere ad alcune strutture, il sovraffollamento delle stesse e le pochissime adozioni concesse. E la detenzione dei cani non è che uno degli innumerevoli aspetti in odore di illegalità del fenomeno del randagismo».

 

È volontà del Movimento che le Istituzioni «non restino sorde alle richieste avanzate e che si attivino per porre in atto le misure di contrasto previste dal Piano Strategico contro il randagismo, per ridare dignità alla Calabria, ai suoi cittadini e agli innumerevoli cani e gatti abbandonati». 

 

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