Regione Calabria, Csa-Cisal: «Dipartimento del Personale senza… personale»

Il paradosso denunciato dall'organizzazione sindacale: funzionari mai assegnati e dipendenti trasferiti o in pensione hanno lasciato vere e proprie voragini, al punto che alcuni settori risultano paralizzati

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di Redazione
18 giugno 2020
12:21
La Cittadella regionale
La Cittadella regionale

«La Regione Calabria è piena di paradossi. Nella Cittadella ne abbiamo uno clamoroso: il dipartimento Personale è senza personale. La situazione è davvero preoccupante. Soprattutto in alcuni settori la paralisi amministrativa è già in atto. Una situazione che crea non poche preoccupazioni». È quanto denuncia in una nota il sindacato Csa-Cisal.

I buchi di personale nel settore gestione giuridica

«Uno dei casi più emblematici è l’unità operativa “Concorsi pubblici assunzioni obbligatorie”, incardinata nel settore “Gestione Giuridica del Personale”. Fin dalla sua istituzione non c’è mai stato né un funzionario assegnato né tantomeno personale. Scelta scellerata – osserva il sindacato Csa-Cisal – al cospetto di un’amministrazione che conta su un totale di circa 2.300 dipendenti (inclusi i dirigenti) e che dovrebbe occuparsi dell’attuazione del piano triennale del fabbisogno di personale. Per sopperire alla mancanza di unità dedicate, il direttore generale del dipartimento del Personale ha fatto ricorso a lavoratori assegnati ad altri uffici. Non certo la soluzione ottimale. La “Formazione del personale” (sempre nello stesso settore) non se la passa meglio. Anche in questo caso risulta vacante, in quanto l’unico dipendente assegnato è passato in una struttura ausiliaria. Il lavoratore sta collaborando in questa fase di transizione, ma è una grave mancanza il fatto che non ci sia già un sostituto pronto a svolgere nel pieno delle funzioni le attività di competenza». 


Dati sulle malattie dei dipendenti non aggiornati da aprile

«E veniamo ad un altro buco senza precedenti. L’unità operativa “Affari generali”, sempre del settore “Gestione Giuridica del Personale”, era in parte “retta” da un dipendente (categoria B). Il lavoratore è stato trasferito, a far data dal primo maggio, presso il Centro per l’Impiego (Cpi) di Rossano. Per capire l’importanza di questa unità operativa, basti ricordare che ogni mese dall’ufficio “Affari generali” parte la comunicazione al settore “Economico” (che si occupa della predisposizione delle busta paga) dei dati sulle assenze per malattia, delle varie ritenute e rimborsi dei lavoratori regionali. Il trasferimento – rivela il sindacato Csa-Cisal – ha lasciato una voragine. Infatti, il lavoratore usava persino un sistema di catalogazione dei file “Fai da Te”, non esistendo un format regionale prestabilito. Cosa è accaduto dopo il trasferimento? Che tutto è fermo al mese di marzo. Infatti, risultano mancanti le verifiche sui mesi di aprile e maggio. Tanto che i lavoratori hanno presumibilmente ricevuto gli stipendi dei mesi di riferimento senza la corretta detrazione per le assenze». 

I vuoti nel settore gestione economica 

«Spostiamoci nel settore “Gestione Economica e Previdenziale del Personale”. Nell’unità operativa “Affari generali del Settore" non c’è nessuno – spiega il sindacato -, poiché l’unica dipendente assegnata è andata in pensione ed è a fatica sostituita da altro personale impiegato per tamponare l’assenza.  L’ufficio “Cessazioni dal servizio”, che si occupa dei pensionamenti, è invece affidato a due unità lavorative che però sono di stanza a Cosenza e vengono in Cittadella soltanto due giorni a settimana.  L’unità “Missioni e trasferte” è di fatto vacante. C’è solo un lavoratore (per di più Azienda Calabria Lavoro). Il funzionario regionale che ci lavorava è andato in pensione ma poiché non è stato possibile sostituirlo gli è stato fatto un contratto “a titolo gratuito” per un anno. Sempre solo un lavoratore è disponibile per l’unità “Buoni pasto”, che tuttavia è prossimo alla pensione. Vacante risulta invece “Fondo risorse decentrate ed altri istituti contrattuali”. Chiaramente si tratta di un ufficio nevralgico per l’erogazione dei vari istituti contrattuali previsti per i lavoratori. Ci lavorava una dipendente che è stata da poco nominata in una struttura di un assessore. Rimangono due unità di Azienda Calabria Lavoro che non hanno potere di firma, possono al massimo istruire una pratica. Per fare un esempio, non possono emettere nessun decreto di liquidazione legato al salario accessorio. Questa situazione sta già creando ritardi proprio nel pagamento dello straordinario. Per non parlare dello stallo sulla liquidazione di gran parte del fondo accessorio. Tra pochi giorni arriveranno le schede per il riconoscimento dei premi di produttività 2018 che tutti i dipendenti regionali stanno attendendo con ansia. Purtroppo, stando così le cose, i lavoratori rischiano l’ennesima beffa su un qualcosa che, oltre che dovuto, doveva essere stato già riconosciuto dall’Amministrazione. Da quanto appreso, il dirigente avrebbe chiesto una figura “in comando” dal Cosentino per supplire all’assenza del dipendente che può adottare i decreti. Ma che senso ha utilizzare l’istituto del “comando” – si chiede il sindacato –, quando la dotazione organica della Regione presuppone la presenza di dipendenti con requisiti idonei senza rivolgersi ad altre amministrazioni? Perché non ricorrere alla mobilità d’ufficio?»

L’ufficio privacy sguarnito di personale

«Infine, malconcio – si legge ancora nella nota - appare anche il settore “Datore di lavoro, sicurezza luoghi di lavoro, privacy-rapporti con gli enti locali e polizia locale”. Conta appena 5 dipendenti sull’intero territorio regionale: un funzionario ed un lavoratore di Azienda Calabria Lavoro negli uffici di Catanzaro, due dipendenti a Reggio Calabria e un altro a Cosenza. Numeri scarni, nonostante la delicatezza della materia, basti pensare alle misure che sono state già adottate e quelle che dovranno essere assunte in tema di contenimento del rischio contagio da Covid-19. E non dimentichiamo che l’ufficio Privacy non ha nessuna unità. Questo dà l’idea della scarsa attenzione che l’Amministrazione rivolge ad una materia così delicata e che negli ultimi anni è stato al centro dell’attenzione del legislatore comunitario e nazionale. Evidentemente non di quello calabrese».

La richiesta di intervento all’assessore

«Da quanto appena descritto è evidente che non si può che prendere atto come una parte vitale del dipartimento del Personale sia allo sfascio. Una condizione causata dalla scarsa lungimiranza nella gestione degli uffici e del loro corretto funzionamento. Sarebbe stato auspicabile non farsi trovare impreparati davanti agli effetti dei pensionamenti (che sono prevedibili anni prima). Invece, come dimostrano i casi appena citati, il trasferimento in altri uffici o il pensionamento è stato subito senza adottare alcuna contromisura. Una sciatteria che ha reso “insostituibili” le unità che sono andate via. Ciò – osserva il sindacato Csa-Cisal – rappresenta il fallimento di un Ente pubblico, che invece dovrebbe essere in grado di garantire la continuità amministrativa. Essendo finito il tempo dell’ambientamento e la fase conoscitiva dei problemi, riteniamo che l’assessore al Personale debba intervenire in maniera risoluta per evitare che i “vuoti” denunciati in alcuni settori fondamentali dell’Ente regionale producano delle paralisi insanabili pregiudicando il benessere organizzativo e lavorativo della Cittadella. In questo caso non ci si può girare dall’altra parte come se nulla fosse. L’assessore convochi al più presto il direttore generale del Dipartimento per adottare una strategia che eviti ulteriori danni, magari concordando un piano con i dirigenti dei settori più colpiti. Una delle soluzioni, di fronte a questa tragica situazione, non può che essere il ricorso alla mobilità d’ufficio. In questo momento il dipartimento Personale – conclude il sindacato – ha davvero bisogno di rinforzi».  

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