L’intervento

Bombardamenti israeliani in Libano, Speziali (Udc): «Fermare escalation, Italia svolga ruolo pacificatore»

Il responsabile regionale del partito e membro della direzione nazionale dopo il suo arrivo a Beirut: «Serve tentare di stabilizzare politicamente questo Paese»

di Redazione
20 febbraio 2024
18:16
Vincenzo Speziali
Vincenzo Speziali

«La situazione, purtroppo, sta prendendo la brutta piega che da più di un anno, sto cercando di far capire a tutti quanti e puntualmente, i fatti confermano i miei plurimi allarmi. Sono rientrato in Libano (mia moglie è libanese, come tutti sanno), prima di ritornare in Italia, in vista della campagna elettorale delle europee. E sono arrivato a Beirut, anche per concordare le visite e le manifestazioni del mio partito, cioè l'Udc, e del nostro alleato (la Lega), con il leader dell'Internazionale Democristiana, l'ex presidente, Amine Gemayel, ma sin da subito, ho compreso l'aria che tira». Lo dice in una nota Vincenzo Speziali, responsabile regionale Calabria e membro della direzione nazionale dell'Udc, nonché componente del Bureau Politique dell'Internazionale Democristiana, in merito ai bombardamenti su Beirut della notte scorsa. «Dobbiamo tentare di stabilizzare politicamente questo Paese, contribuendo a risolvere il 'vuoto istituzionale', in cui si trova da molti anni, ormai, anche perché qualora diventasse un campo di battaglia a cielo aperto, i milioni di profughi siriani, accampati nella Valle della Bekaa, dove volete che vadano? Si riverseranno sulle nostre coste italiane, non certo in Grecia», sostiene Speziali.

«Purtroppo, la violazione del diritto internazionale, poiché già ciò è compiuto con il bombardamento, seppur della periferia di una capitale straniera quale è Beirut, da parte di Israele, rischia di far aumentare l'escalation. Nessuno nega è può negare il diritto di sicurezza per gli israeliani, ma il contestato governo Netanyahu -contestato proprio nel suo stesso Paese - non può aprire molteplici fronti di guerra. Questa notte, è stata veramente dura, durissima e il mio pensiero mi riporta all'estate del 2006, allorquando vi fu la guerra 'israelolibanese', cioè le schermaglie contro Hezbollah. Il segretario nazionale del mio partito, Lorenzo Cesa, anche in virtù del suo incarico istituzionale, ovvero quello di presidente della delegazione parlamentare italiana della Nato, è in continuo contatto con me, seguendo pure con apprensione, dal punto di vista personale, considerato il rapporto affettivo che ci lega da più di trent'anni. Stiamo tentando di organizzare per lui, essendo io ancora presente in Libano, una sua conferenza telefonica con Gemayel. L'Italia quindi faccia la sua parte, parimenti a come sempre ha fatto, svolgendo un ruolo pacificatore, magari e soprattutto, utilizzando i reiterati e dettagliati suggerimenti che l'Udc, per tramite del segretario nazionale e di me medesimo, hanno illustrato da tempo e per tempo, in modo assolutamente preciso. Con l'occasione, ringrazio delle attenzioni personali nei miei confronti e dei miei familiari, che abbiamo ricevuto dal vicepremier Matteo Salvini e dal ministro della Difesa Guido Crosetto», conclude.


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