Turismo, l’appello delle agenzie di viaggio: «La Regione non ci dimentichi»

Secondo i tour operator il piano di rilancio promosso dalla Cittadella esclude chi si occupa di incoming. E criticano gli spot promozionali: «Risorse sprecate, meglio assicurare spiagge e mare pulito»

 

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di Redazione
3 luglio 2020
17:58
Foto di Alexandra Koch da Pixabay
Foto di Alexandra Koch da Pixabay

C’è turismo e turismo. In tempi di crisi come quelli attuali, il settore delle agenzie di viaggio e dell’incoming veste i panni della Cenerentola del comparto, “dimenticato” dai provvedimenti regionali di sostegno all’economia. È questa l’opinione di numerosi tour operator guidati da Pino Tassi (Tropea Viaggi), che in una nota critica il piano annunciato dalla Regione.

 


«La Presidente Santelli ieri ha parlato di turismo e ha illustrato quattro provvedimenti – scrivono -. Il settore più colpito e che ancora non riparte è quello delle agenzie dei viaggi, dei tour operator incoming, dei trasporti e delle guide turistiche. Molte delle nostre attività corrono il rischio di chiudere e di fallire. Ci saremmo aspettati da parte della presidente Santelli e della giunta regionale un'attenzione maggiore verso il nostro mondo. Un'attenzione che più volte è stata annunciata ma che non si è mai concretizzata. Si era parlato in queste settimane di un intervento a favore delle agenzie o dell’incoming calabrese. Ma di queste misure nella conferenza stampa di ieri non si è fatto nessun cenno. Dei quattro provvedimenti annunciati ieri nessuno riguarda il nostro settore. Apprezziamo molto il provvedimento “Accogli Calabria” che va a favore delle strutture ricettive calabresi con cui lavoriamo in spirito di collaborazione fattiva. È giusto prevedere un aiuto economico in base alle perdite di fatturato nel 2020 rispetto all’anno precedente. Chiediamo che questa misura venga allargata a tutto il mondo turistico, alle agenzie di viaggi, ai tour operator incoming, alle società di trasporto. Così come chiediamo che i bonus previsti nelle misure “Stai in Calabria” e “in Calabria” sia possibile utilizzarli e spenderli anche attraverso le agenzie di viaggi e tour operator, così come avviene a livello nazionale. Infine ci sia consentito esprimere tutte le nostre riserve sulla misura “Accoglienza Calabria” e sugli spot previsti per rilanciare il brand Calabria. Capiamo lo spirito positivo ma si corre il rischio di avere un effetto boomerang in un momento in cui forti sono le polemiche sia estere e sia nazionali su come vengono investiti i fondi comunitari. Crediamo che una misura come “Accoglienza Calabria” possa solo alimentare polemiche stupide contro di noi, non abbia alcun ritorno in termini di presenze nella nostra regione. La nostra terra ha bisogno di campagne promozionali sobrie che puntano sulle nostre risorse e sulle nostre bellezze. Chiediamo che questi fondi vengano utilizzati per allargare il provvedimento “Accogli Calabria” al nostro mondo e coprire così realmente tutto il settore turistico calabrese. La migliore pubblicità per la Calabria sarebbe assicurare spiagge pulite, mare trasparente e borghi e città pulite».

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