Sanità

«Via il numero chiuso per l’accesso alle professioni sanitarie»: la proposta del Pd calabrese

Il gruppo consiliare del Partito democratico ha avviato l’iter per chiedere al Parlamento di eliminare i paletti legislativi che esistono da circa 25 anni: «Soluzione per intervenire sugli organici insufficienti»

 

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di Redazione
23 agosto 2023
08:06

«La carenza di medici e personale sanitario è sempre più un’evidenza incontestabile che produce l’impossibilità oggettiva di garantire una efficace salvaguardia del diritto alla salute sancito dalla nostra carta costituzionale. Per questa ragione, abbiamo avviato l'iter per l'esercizio della potestà legislativa attribuita alle Regioni dall'art 121 della Costituzione, proponendo al Parlamento l'eliminazione  del numero chiuso e le prove di ammissione ai corsi universitari, al fine di consentire ai giovani di iscriversi liberamente a qualsiasi corso universitario e ai laureati di potersi iscrivere liberamente ai corsi di specializzazione». È quanto dichiarano in una nota congiunta i consiglieri regionali Pd Bevacqua, Alecci, Billari, Bruni, Iacucci e Mammoliti.

«La legge nazionale sulla quale riteniamo necessario intervenire – prosegue la nota – ha manifestato, in quasi 25 anni di applicazione, tutta una serie di criticità e, soprattutto non si è dimostrata in grado di coniugare la necessità dello standard qualitativo con la copertura dei posti vacanti. L’esiguità degli accessi ai corsi universitari per le professioni sanitarie, unitamente all'elevato numero di pensionamenti di personale medico e infermieristico del settore pubblico, universitario e ambulatoriale, rischiano di mettere in ginocchio l'intero sistema sanitario nazionale e quello regionale calabrese in particolare. La gravità della situazione è emersa palesemente durante l’emergenza legata alla pandemia da Covid 19. Gli effetti delle restrizioni di accesso e dall’insufficiente dotazione di risorse per le borse di studio per le specializzazioni sono innegabili. È indispensabile tirare una linea e avviare un dialogo serrato con tutte le istituzioni e le rappresentanze professionali coinvolte. La nostra non è una semplice proposta di abolizione e ritorno al passato: il nostro intento è quello di sollecitare l’inizio di un percorso di riflessione seria, in tempi stringenti, al fine di pervenire a soluzioni condivise e realmente efficaci. I cittadini non possono attendere oltre».


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