Il conflitto in Medio Oriente e il gioco dei “buoni e dei cattivi” mentre il popolo continua a morire

Il massacro di Hamas del 7 ottobre è un atto di terrorismo. E la risposta di Israele è semplicemente una repressione militare a tappeto

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di Carlo Crippa
10 novembre 2023
20:11
Guerra in Medio Oriente
Guerra in Medio Oriente

Purtroppo c’è poco da aggiungere a quanto già detto su questo scellerato conflitto armato tra Israele ed Hamas, che tiene in ostaggio il popolo palestinese. Continua, contro ogni logica, il gioco dei buoni e dei cattivi e del “diritto di Israele alla reazione” e c’è da chiedersi quanto dovrà ancora durare questo diritto. Quando la repressione militare israeliana - ed il sangue, quasi sempre innocente, da essa versato - potranno essere finalmente considerati “proporzionali” all’attacco di Hamas del 7 ottobre?

Continua l’impoverimento globale dell’intelligenza umana (già non molto estesa prima del conflitto) e, quello che è peggio, dell’umanità stessa. Continua la barbarie spacciata per “guerra di liberazione” o per “legittima difesa”, una legittima difesa che, in nome della eliminazione dei più “importanti” terroristi di Hamas, annovera come “danni collaterali” centinaia e forse migliaia di vittime palestinesi, che con il terrorismo non hanno niente a che fare. Continua l’ignavia americana, in attesa paziente che Israele abbia finito di esercitare il suo “diritto alla reazione”, prima di fare quello che è logico ed umano fare.


Ma c’è stato chi ha fatto di peggio, per esempio il governo italiano, che di fronte ad un simile orrore si è prudentemente astenuto anche sull’ipotesi di una azione umanitaria, perché così l’Italia è più allineata all’’Europa, come ci ha spiegato Giorgia Meloni con la sua impagabile insipienza.

E, quanto a stupidità tutta italiana, oltre al dilettantismo inconcludente del governo Meloni, bisogna aggiungere la “perla” di certa stampa, che ha definito “jihadistail fumettista Zerocalcare, ignorando che egli ha combattuto contro l’Isis - peraltro ben più pericoloso di Hamas – e che molti Italiani che hanno fatto lo stesso, ad esempio Alessandra Marcucci, sono perseguiti dalla giustizia nazionale come pericolosi terroristi per avere combattuto contro il terrorismo, perché ovviamente dei “sovversivi-di-sinistra” è bene non fidarsi, anche quando combattono dalla parte giusta.    

Certamente non appartiene né a Zerocalcare né ad Alessandra Marcucci la “guerra santa” di Hamas, che continua anch’essa - stolta oltre ogni limite possibile, per usare un eufemismo - ed alla quale di recente Benjamin Netanyahu ha contrapposto accenti altrettanto millenaristici: «La nostra vittoria sarà la vittoria del Bene dell’intera umanità sul Male», ha dichiarato. Della serie «Noi siamo non l’ombelico del mondo, ma il mondo intero». Alleluia.

Di fronte allo sfracello umanitario determinato da questi fanatismi maniaci e psicopatici non c’è altro da fare se non associarsi a ciò che Liliana Segre ha detto recentissimamente: «I bambini sono sacri e vanno pianti tutti».

Sul piano politico infine va forse ricordato che quella che si sta svolgendo, paradossalmente ma non tanto, non è una guerra. I massacri di Hamas del 7 ottobre non sono un atto di guerra più di quanto non lo sia stato l’attentato di Sarajevo del 1914, ma un atto di terrorismo. E la risposta di Israele è semplicemente una repressione militare a tappeto su quello che tecnicamente è il suo territorio. Perché ci sia una guerra occorre che ci siano due stati, ma qui di stato ce n’è uno solo. Ed è questo il punto.

di Carlo Crippa
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