C’era una volta... ma i tempi cambiano: con l’intelligenza artificiale cosa resterà di quella naturale?

Il termine, di per sé appena inquietante, con cui viene indicata questa nuova tecnologia scatena le opposte social-fazioni: da una parte chi parla di ipotesi di sventura totale dell’umanità e dall'altra chi sostiene sia fonte di grandi benefici

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di Gianfranco Manfrida*
12 aprile 2024
13:30

C'era una volta...
L’inizio delle favole, o più romanticamente fiabe, che venivano raccontate ad una vasta popolazione di bambini e ragazzi iniziavano così. Fin dal principio veniva lasciato spazio alla fantasia sul tempo e sul luogo dove si svolgeva la storia raccontata. Dai fratelli Grimm, passando per Collodi ed altri fantasiosi scrittori, i cui racconti costituivano un best-seller dell’epoca, spesso letti e riletti più volte a certificare la genuinità della morale che volevano esprimere. Ma ancora si leggeva qualcosa che non aveva bisogno di connessione, non si spegneva o si accendeva e per utilizzarla stavi comodamente seduto. Quello che più colpiva era che le storie venivano raccontate al passato ed in quel racconto aspettavi la conclusione di un futuro quasi sempre felice.

Ma i tempi cambiano... mi è capitato di leggere alcuni commenti nei quali la fiaba di Biancaneve è stata definita sessista. In pratica, Biancaneve, pur salvata dai sette nani (che oltre ad essere nani erano pure brutti) finisce per fare la serva (oggi colf) senza retribuzione ed un salario minimo garantito da una assunzione. Gradirei una opinione su Cenerentola, dove tranne che per il finale, di genere maschile non se ne vede l’ombra.


I tempi cambiano. Anche il telegiornale, al pari delle favole, raccontava al passato quello che era successo. Venivano fornite le notizie risalenti almeno al giorno prima, mentre per quelle successe poco prima era necessaria una edizione straordinaria, in base all’importanza del fatto. Oggi viene comunicato quello che succederà. Sapremo con matematica precisione dove andremo in vacanza, quanto spenderemo ai saldi, quanto per il cenone di capodanno e il pranzo di pasqua. Con congruo anticipo, così da attrezzarsi per tempo…

Ma ormai il telegiornale è stato abbondantemente surclassato dai social, quel gruppo indefinito di platea comunicativa dove ognuno si sente pronto a dire la sua. Al povero Tg (uguale su tutti i canali) non rimane altro che trasmettere quanto hanno da dire (non molto) i politici che governano, seguiti subito dopo da quelli all’opposizione che pedissequamente “promettono battaglia”. Quando è stato chiaro che dei politici interessa poco, le prime notizie hanno assunto un target differente. Da Sanremo in poi si potrebbe redigerne un elenco infinito.

Tutto il resto viene preceduto dai social, il cui popolo è sempre diviso in opposte fazioni al pari dei salotti televisivi dove “opinionisti” cercano di convincersi e convincere che le ragioni degli altri sono sbagliate. Il che avviene quasi contemporaneamente su tutte le reti con esperti differenti.

I tempi cambiano.. e non sempre in meglio. Qualcuno ha asserito che gli umani sono l’unica specie animale dove l’istinto di conservazione non è presente, affermando che anche le zanzare cercano di pararsi la tappinata che le spiaccicherebbe al muro. Potrebbe essere il motivo per il quale uno dei principali argomenti su cui contendere è l’intelligenza artificiale. Il termine, di per sé appena inquietante, scatena le opposte social-fazioni in interminabili ipotesi di sventura totale dell’umanità a quelle dei grandi benefici propugnate dagli oppositori. Di fatto, qualche super imprenditore e magnate mondiale ha dichiarato di avere terminato la sperimentazione di impianto di microchip nel cervello degli scimpanzé e di avere iniziato la sperimentazione sull’uomo, dimenticando che i simpatici quadrumani erano già più intelligenti quando l’uomo comparve sulla terra. Tuttavia la diatriba impazza sui social e nei salotti televisivi dove gran parte delle opposte fazioni non sa esattamente di cosa si parla.

Ma i tempi cambiano. Quello che sul finire del secolo scorso ci ha dato la sensazione di libertà, il telefonino cellulare, in tempi successivi si è trasformato in dispositivo, poi in device e in fasi successive in qualcosa dove viene trasferita la rubrica telefonica (nessuno conosce più il proprio numero), poi i dati di ogni attività quotidiana (se lo perdi sei fregato) il conto corrente le foto e tutto quello che ti passa per la testa. Poi si è aggiunto internet, facebook, whatsapp, google ecc.

Un esperto ha analizzato le fasi di attivazione cerebrale, in occasione di una domanda piuttosto che nella soluzione di in problema pratico o teorico che sia. Passa per l’individuazione, dall’analisi della memoria e delle conoscenze per fornire la risposta o la soluzione. In pratica, a voler semplificare, un allenamento cerebrale che ne mantiene le capacità. In una parola intelligenza….

Il cortocircuito si è creato con il telefonino (mi piace chiamarlo ancora così) dove la risposta o la soluzione ricorre all’attivazione di internet. Che sia questa l’intelligenza artificiale? Cosa rimarrà di quella naturale? Uno studio ha certificato che nei prossimi cinque anni l’intelligenza artificiale sarà dieci volte superiore alla somma totale di tutta quella della popolazione mondiale. Non fatico a crederlo.

Che l’intelligenza artificiale stia facendo passi da gigante è un dato inoppugnabile. Oramai la maggioranza delle automobili in circolazione sono guidate da un telefonino con un umano seduto dietro. Quando toglieranno i punti al telefonino pareggeremo i conti.

Nel frattempo qualcuno si è portato avanti. Mi riferisco agli “influencer” che hanno milioni di follower guadagnando milioni di euro postando scemenze (tradotto: fake news). Rapporto tra intelligenza naturale e artificiale: uno ad un milione….

I social esprimono al meglio le opposte fazioni. Distinti sempre in favorevoli e contrari su qualunque argomento, anche in presenza della scarsa o nulla conoscenza dell’argomento stesso. Analogamente a quanto succede nella odierna politica, dove i timidi tentativi di rifarsi ad un passato ideologico fatto di destra, sinistra e di quelli in mezzo che raccoglievano la maggioranza dei consensi elettorali. Oggi quelli in mezzo arrivano a percentuali di poco superiore all’unità aritmetica. Pro e contro. In mezzo non ci sta niente.

C’era una volta era una bella fiaba che raccontava storie a lieto fine. Biancaneve, Cenerentola hanno concluso con l’arrivo dell’uomo della loro vita. Alto, bello ricco e anche principe. Dei sette nani non si è saputo più nulla e l’unico a rimetterci la pelle è stato il lupo di Cappuccetto rosso (cattivo per l’occasione). Con buona pace delle favole…

*medico pediatra 

di Gianfranco Manfrida*
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