La mafia dei lordazzi ci sta cacciando da Vibo e sta ammazzando un territorio

VIDEO-FOTO | Hanno trasformato le nostre spiagge e le nostre strade in una porcilaia. Sono recidivi e organizzati. E che nessuno venga a propinarci la supercazzola secondo cui sono una netta minoranza. Gli ospiti siamo diventati noi… e lo Stato

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di Pietro Comito
8 giugno 2020
18:08

Sono una mafia. La mafia degli sporcaccioni. Sono recidivi, organizzati. Il loro modo di delinquere è abituale, drammaticamente normale. Si sono presi il territorio, hanno marginalizzato gli onesti. Hanno dei complici: il silenzio e l’inerzia che, col tempo che passa, diventano sinonimi di connivenza e complicità.

Vibo Valentia. Via Vespucci, la Rada. È il simbolo, il nostro simbolo. Quella spiaggia per loro, per i lordazzi, è una cantina, dove scolarsi litri di alcol e farsi le canne. Dove vandalizzare arredi urbani e muretti. Dove portarci i cani per lasciargli fare i loro bisogni. E chi se ne fotte se poi i bambini non potranno farci i castelli di sabbia. Chi se ne fotte di un paradiso così.


 

Siete come la mafia, siete una mafia, quella dei lordazzi. Perché come la mafia avete ammazzato un territorio: voi - adolescenti, giovani, adulti, anziani - siete una mafia che non ha età.

E per noi, ora, questo diventa un campo di battaglia. La nostra battaglia. Siamo tanti e arrabbiati. Siamo tanti, sì, ma evidentemente non siamo abbastanza nel numero: per questo iniziamo a pensare che ci abbiano sfrattati da casa nostra, che siamo diventati noi ospiti non graditi e loro i padroni di casa. Iniziamo a pensare che Vibo Valentia, e la Marina soprattutto, siano ormai la terra dei lordazzi. E che l’immagine che dà di se Vibo, in fondo, è quella che si merita.

 

Siamo in netta minoranza, questa è la verità. E che nessuno venga propinarci la supercazzola secondo cui gli onesti sono in maggioranza e gli zozzoni in verità sono solo quattro gatti che ci guastano il panorama.

Siamo tanti, in minoranza, e siamo soli. Perché le istituzioni in fondo se ne fottono.

Sindaco, esiste o no un’ordinanza che vieta il consumo di alcol per le pubbliche vie? È stata mai fatta una multa (una!) per chi tracanna birra, vino e superalcolici in strada? È stato mai fermato un cittadino a passeggio col suo cane, e magari controllato e multato se privo di bustina e paletta? Vi decidete o no a mettere qualche bidone dell’immondizia?

 

Capitaneria di porto, tu che sei stata così zelante contro quei poveri pescatori che ripulivano di immondizia e plastica il mare e contro chi parcheggia fuori dalle strisce, cosa intendi fare? Contro chi inquina il “tuo” territorio, contro ubriaconi e zozzoni, contro quegli immobili fatiscenti (nei prossimi giorni andremo a documentarli uno per uno) che rischiano di crollare e procurare tragedie. Guarda, Capitaneria, che la magra figura la stai facendo anche tu. Noi siamo la minoranza che non sta zitta, ma tu sei lo Stato e hanno sfrattato anche te.

 

Prefetto, questore… Ce le mandate un paio di volanti a fare delle ronde, la notte? A chiedere documenti, a fare perquisizioni e verbali? «Quanti anni hai?». «Diciassette». «Questa birra quale bar te l’ha venduta?». Il senso di sicurezza tra i cittadini si costruisce soprattutto così. Imponete ai vostri uomini lo stesso zelo che hanno nel far rispettare le norme del codice della strada. Anche se sei un precario, un cassintegrato, un povero sventurato e ti beccano in auto senza assicurazione perché non l’ha potuta pagare, ti rovinano, ma mai che ne beccassero uno mentre scarica rifiuti abusivamente o fa i suoi porci comodi nei luoghi dei quali vorremmo riappropriarci.

Sindaco, Capitaneria, prefetto, questore… Questa battaglia la stiamo perdendo. La stiamo perdendo di brutto. Viviamo in una realtà meravigliosa che è stata trasformata in una porcilaia. Prima o poi nel richiamare gli incivili, qualcuno di noi se le prende di brutto, rischia di mettersi nei guai. Noi ci sentiamo impotenti. E voi dovete fare qualcosa.

Giornalista
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