La polemica

Agenda urbana e la delibera che taglia fuori Corigliano Rossano: «Approccio centralista con figli e figliastri»

Il comitato Magna Graecia-Gruppo Jonia insorge dopo la decisione di congelare i fondi per le aree minori: «Privilegiati i capoluoghi storici a discapito di altre città»

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di Matteo Lauria
12 gennaio 2024
23:00

In una recente delibera di Giunta, la Regione Calabria ha deciso di depennare temporaneamente i fondi di Agenda Urbana 21/27 destinati a 5 delle 8 Aree urbane regionali, gettando un'ombra sul futuro di Corigliano-Rossano, Lamezia Terme, Crotone, Vibo Valentia e l'ambito della Città Porto (Gioia Tauro, Rosarno, San Ferdinando). La decisione, che vede una corsia preferenziale solo per i capoluoghi storici, ha sollevato critiche per i ritardi delle amministrazioni joniche nell'attuazione di progetti volti a migliorare il territorio. Questo ha contribuito a sottolineare la subalternità dello Jonio rispetto ad altri contesti regionali. La delibera ha colpito particolarmente Corigliano-Rossano e Crotone, generando preoccupazioni per il futuro sviluppo di queste città. La mancanza di reazioni significative da parte delle istituzioni locali, ad eccezione del sindaco di Corigliano-Rossano, ha sorpreso, dando l'impressione di un'accettazione rassegnata della situazione.

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«L'Agenda Urbana, iniziata nel 2016 con il "Patto di Amsterdam", mira a promuovere lo sviluppo equilibrato, sostenibile e integrato delle città europee. Tuttavia, la classificazione originaria delle Aree urbane regionali in Calabria ha sollevato critiche per il suo approccio centralista, che privilegia i tre capoluoghi storici a discapito delle altre città. La dimensione territoriale e l'indice demografico, criteri chiave per l'identificazione delle Aree urbane, sono stati insufficienti nel riflettere il cambiamento demografico dopo la fusione amministrativa del 2018 che ha dato vita alla terza città calabrese. Corigliano-Rossano, nonostante il suo territorio più esteso, si trova a condividere la stessa misura di finanziamento con contesti demograficamente più ristretti», si afferma in una nota del comitato Magna Graecia-Gruppo Jonia.


La decisione di congelare i fondi per le Aree urbane minori, giustificata con progressi considerati non significativi, ha sollevato ulteriori critiche. Mentre i tre capoluoghi storici hanno accesso diretto ai finanziamenti, le aree minori dipendono dall'intermediazione della Regione Calabria, rivelando dinamiche centraliste che favoriscono alcune realtà a scapito di altre. «La mancata attuazione delle Zone omogenee territoriali e la visione di "aree di figli" e "aree di figliastri" contribuiscono a creare squilibri regionali. Mentre città come Lamezia, Vibo e Gioia cercano soluzioni per accedere alle classificazioni importanti, Corigliano-Rossano e Crotone rimangono intrappolate in una condizione di stasi, con le conseguenze evidenti di servizi sovrasaturati nei capoluoghi e territori più periferici in declino. L'appello finale è per le classi dirigenti joniche, affinché dimostrino coraggio e determinazione nell'attuazione di programmi e progetti che sollevino il territorio, contribuendo al riequilibrio regionale. L'idea di una nuova provincia jonica con due capoluoghi alla guida (Corigliano Rossano e Crotone) è stata concepita per favorire una visione più equa del territorio e contribuire al progresso e all'emancipazione di tutti gli ambiti regionali».

Giornalista
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