Adesso che il gioco diventa davvero duro i partiti saranno chiamati a scelte che potrebbero ridisegnare completamente l’attuale geografica politica.

Due gli appuntamenti fondamentali: le amministrative del prossimo 11 giugno che saranno un test assai significativo, in Italia come in Calabria, per valutare il gradimento dei governi e la tenuta delle coalizioni.

Per il governatore Mario Oliverio, poi, dopo gli schiaffi ricevuti dal Pd a tutti i livelli, dalla nomina della direzione nazionale fino a quella della segreteria passando per il commissariamento della sanità, perdere Catanzaro dopo Cosenza sarebbe un segnale pessimo per il futuro.

Il presidente della giunta e i suoi sono da tempo in pausa di riflessione, ormai consapevoli che la scelta di sostenere Renzi non ha portato i frutti sperati e che ci sarà da lottare e non poco al momento della compilazione delle liste per le prossime politiche. Per questo si aspetta il risultato delle urne per fiutare l’aria e mettere a punto il rimpasto di giunta che dopo la nomina di Russo all’Autorità portuale di Gioia Tauro è inevitabile. Una delle ultime carte che Oliverio può sfruttare per provare a puntellare la propria posizione che nella melassa renzista sta perdendo anche una proprio connotazione precisa.

Il secondo appuntamento, cruciale per tutti i partiti, riguarda l’approvazione della legge elettorale, mutuata dal modello tedesco, e già passata alla Camera, ma che ancora dovrà passare al vaglio del Senato, dove la maggioranza ha numeri assai più risicati. Un testo che, seppure ancora da emendare, ha già provocato la levata di scudi nella sibaritide per la definizione dei collegi che vedrebbero Rossano separata da Corigliano, con il segretario questore Giuseppe Graziano a guidare la “rivolta”.

 

Ma è l’introduzione della soglia di sbarramento al 5% che potrebbe provocare le maggiori conseguenze. A sinistra del Pd dove sono già in corso le prove di lista unitaria, ma soprattutto al centro.

La rottura di Alfano con Renzi è ormai irreversibile e le truppe di Alternativa popolare sono alla sbando. Si valutano le possibilità di costruire un grande centro che imbarchi tutte le aree, magari sotto la guida di Artuto Parisi, ma arrivare al 5% sarà comunque assai complesso.

 

E così, in tanti, provano a bussare alle porte delle liste di centrodestra in grado di superare la soglia. Forza Italia soprattutto, il senatore reggino Giovanni Bilardi ad esempio è in attesa di risposta dopo il colloquio avuto con Silvio Berlusconi, e in minor misura Fratelli d’Italia che al momento è dato al 4,5% e, quindi, sarebbe fuori dal Parlamento.

 

Anche in questo senso, però, il risultato di Catanzaro potrebbe essere indicativo per le scelte calabresi. Una vittoria di Abramo confermerebbe la bontà dello spostamento a destra deciso dai big di Ap Piero Aiello e Baldo Esposito. E potrebbe diventare modello per riprovare l’assalto alla Regione che i fratelli Occhiuto e Jole Santelli hanno ormai lanciato da qualche tempo.

 

Riccardo Tripepi