Il deputato-imprenditore incassa lo stipendio senza mai partecipare ai lavori. Con lui, anche Bossi e Fascina tra i grandi latitanti di Montecitorio: un trio che umilia istituzioni e cittadini
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Antonio Angelucci, il campione mondiale dell’assenteismo parlamentare, classe 1944, è un imprenditore, editore e parlamentare. Dal 2008 è stato sempre candidato ed eletto nelle liste de Il Popolo della Libertà, di Forza Italia e della Lega. Il deputato e imprenditore Antonio Angelucci, detiene un titolo che dovrebbe farlo vergognare: è il re incontrastato dell’assenteismo a Montecitorio. Record mondiale. Ma lui quasi se ne vanta
Con appena 13 presenze su oltre 13.700 votazioni, praticamente sempre assente, più che un parlamentare sembra un turista occasionale dell’Aula, che non ha mai avuto la fortuna e il dovere di seguire i lavori parlamentari.
Eppure lo stipendio da onorevole gli arriva puntuale, senza alcuna decurtazione. Come fosse protetto da uno scudo invisibile, il suo partito giustifica ogni assenza, trasformando in carta straccia ogni regolamento concepito per punire chi non svolge il proprio lavoro. Mentre milioni di cittadini combattono per non perdere un solo giorno di salario, Angelucci colleziona assenze retribuite come fossero trofei da esibire. E lui è felice di tutto questo, tanto che quando un giornalista lo ferma in cerca di una spiegazione, la risposta è tanto lapidaria quanto volgare: «Fatti i cazzi tuoi». Un monito che spiega meglio di qualsiasi statistica il disprezzo per il dovere istituzionale.
Alle sue calcagna, con percentuali non meno imbarazzanti, troviamo Umberto Bossi, storico leader della Lega, assente nel 99,9% delle votazioni, giustificato da gravi problemi di salute. Poco distante, con un 95% di assenze, Marta Fascina di Forza Italia: una vera “comparsa” parlamentare, in buona salute, ma forse ancora presa dal dolore. L’ex compagna del fondatore di Fi Silvio Berlusconi condivide il record di assenze a Montecitorio e quindi anche nella commissione Difesa.
Angelucci, Bossi e Fascina formano un trittico di latitanti d’eccezione, simbolo di come la politica possa permettere alcune cose veramente indecenti, ingiustificabili e indecorose. Chissà se qualcuno se ne vergognerà mai!
Il Parlamento dovrebbe intervenire con regole chiare e rigorose: chi non partecipa ai lavori deve perdere stipendio e seggio, senza scuse né giustificazioni di comodo. Perché oltre l’ironia amara, c’è una verità semplice: così non si può andare avanti. La democrazia e i cittadini meritano rispetto, serietà e almeno un briciolo di dignità.