Paola, approvato il piano di riequilibrio ma l’opposizione incalza: «Il Comune andrà in dissesto»
VIDEO | Al primo posto dell’ordine del giorno della massima assise cittadina, il piano per riportare l'Ente sulla linea di galleggiamento finanziario, ha trovato il no compatto della minoranza
In un’aula trasformata a tratti in un quadrato di lotta, si è svolta a Paola l’adunanza del consiglio comunale cittadino, riunito in sessione ordinaria per discutere - al primo dei quattro punti all’ordine del giorno - l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale dell’ente.
Anticipata dall’intervento dell’assessore al bilancio Pasquale Filella, che ha spiegato la necessità di intervenire sulle criticità senza ricorrere a manovre pesanti nelle tasche dei cittadini, la discussione si è subito avvitata attorno alle questioni sollevate dalla minoranza, che sebbene rintuzzata proprio dal delegato alle finanze del comune («c’è bisogno del meglio di tutti e non del peggio di pochi»), alla fine non è parsa convinta a desistere dalle proprie posizioni.
In buona sostanza, dato il deficit strutturale di bilancio ormai stratificatosi dai tempi dell’amministrazione guidata dall’ex sindaco Roberto Perrotta, le aliquote riservate ai contribuenti paolani sono già al massimo imponibile, e ciò rende improbabile un ulteriore innalzamento della pressione fiscale, tuttavia, visto che il riequilibrio è stato fondato sul reperimento di risorse di dubbia esigibilità (come il recupero di tasse non pagate o l’alienazione di beni comunali) e su altre e più imbriglianti forme di finanziamento (tipo quelle derivanti dall’accensione di mutui), il rischio di vedere la città sprofondare ulteriormente in una spirale di crisi ancor più opprimente, è elevato.
Per questa ragione, dai banchi della minoranza - presente con l’intera compagine di sei consiglieri - è giunto il diniego più assoluto a proseguire questa strada, con ben quattro esponenti (che messi insieme rappresentano una fetta maggioritaria di elettori rispetto a quelli che hanno consentito a Politano la vittoria al ballottaggio) che hanno reiterato il rifiuto a proseguire lungo una strada che, secondo le proiezioni più fosche, potrebbe comportare la dichiarazione di dissesto “d’ufficio” da parte della Corte dei Conti.
A differenziarsi dai colleghi d’opposizione sono stati soltanto Roberto Perrotta e Marianna Saragò, entrambi amministratori al tempo in cui la massa debitoria con cui sta confrontandosi oggi Politano (che fino al 2022 è stato spina dorsale della maggioranza che ha sostenuto il precedente primo cittadino), i quali hanno preferito lasciare l’aula al momento del voto.
«Il tentativo di riequilibrare la situazione è stato fatto in maniera goffa - ha detto l’ex candidata a sindaco Emira Ciodaro - per cui è un piano poco credibile, non sostenibile, perché le rate di ammortamento saranno così alte che sommandole al resto delle masse debitorie che abbiamo, porteranno in default completamente il comune».
«Abbiamo votato contro - ha aggiunto il capogruppo Alfonso D’Arienzo - perché già nello scorso agosto avevamo chiesto all'amministrazione alla maggioranza di condividere il piano con la minoranza. Questo purtroppo non è accaduto e dobbiamo dire anche che i documenti che sarebbero dovuti servire per orientarci, sono stati dati una settimana prima del Consiglio e quindi ognuno di noi, con gli impegni che ha, purtroppo sia di lavoro che di famiglia, non ha potuto leggerli al meglio».
Critico anche Andrea Signorelli, anch’egli ex candidato alla fascia tricolore del comune tirrenico, che ha così causticamente commentato l’esito del voto sul punto passato a maggioranza: «chiedono sacrifici ai cittadini per pagare debiti fatti dalla politica. Anche oggi - ha proseguito l’esponente di “Rete dei Beni Comuni” - sostanzialmente si accendono nuovi debiti per pagare debiti, senza poi prevedere delle effettive soluzioni a quella che è la situazione di crisi economica finanziaria del nostro comune, che va avanti oramai da anni. Il problema è semplice, questi debiti chi li ha fatti? Sempre le stesse persone amministrano Paola, e sempre le stesse persone alimentano la massa debitoria proprio per tirare a campare, vivere al presente e, in un certo qual modo, ipotecare il futuro. E questo non potevamo consentirlo più».
Mattatore dai banchi dell’opposizione, anche Josè Grupillo - per conto di “Paola Cuore Azzurro” - ha affondato il colpo, parlando chiaramente di default. «Quello che dicevo nel Consiglio del 26 agosto scorso - ha detto il capogruppo - ovvero che purtroppo i conti all'interno dell'amministrazione comunale, non tornavano, si è avverato. Il piano di riequilibrio che oggi ha votato il consiglio comunale, riporta chiaramente l’espressione “dissesto”, ed è per questo che l’ho utilizzata. Perché penso che ripianare oltre 12milioni e rotti, in 15 anni, appesantendo molto di più quelle che per i contribuenti possono essere le loro, anzi le nostre, tasse, rappresenti la cronaca di un suicidio annunciato».