Dissesto Cosenza, l’ex vice sindaco a Occhiuto: «Hai fallito, dimettiti»

Dura nota dell'associazione LegittimaMente, presieduta da Katya Gentile, che punta il dito contro le cause del dissesto: «Magistratura rigorosa, ogni scusa è ridicola»

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di Redazione
20 ottobre 2019
18:35
Katya Gentile
Katya Gentile

«Nel contraddittorio davanti la Corte dei conti, il Comune non è riuscito a fornire adeguati chiarimenti, né congrue pezze documentali, che potessero giustificare e controvertere le innumerevoli contestazioni».
È l’incipit con cui una nota dell’associazione LegittimaMente, presieduta dall’ex vicesindaco Katya Gentile, attacca duramente l’Amministrazione Occhiuto per il dissesto finanziario certificato dai giudici contabili.
«Con insinuazioni ed illazioni, neanche troppo velate – si legge nel comunicato -, il sindaco (necessariamente minuscolo) vorrebbe far credere che ci siano stati un tempismo singolare ed un'azione inusuale che lo renderebbero, “ancora una volta”, vittima di un “GomBlotto” orchestrato da “odiatori”, nel cui novero, questa volta, fa rientrare anche una delle più serie e rigorose Magistrature italiane. Tutto nel fallimentare tentativo di coprire le proprie e le altrui gravissime responsabilità».
Dove per “altrui”, precisa l’associazione, si intende «quelle dei dirigenti preposti, che, reclutati illegittimamente, in violazione dell'art. 110, comma 1, del d. lgs. n. 267 del 18.8.2000, sono stati pubblicamente ringraziati dal sindaco per l'opera prestata, insieme ai componenti del suo staff, in un lungo e toccante post in cui vengono decantate le peculiarità personali che hanno reso ognuno di loro indispensabile».
Gli stessi dirigenti, spiega la nota che «a breve, percepiranno la retribuzione di risultato, per l'annualità 2017, per aver contribuito a portare il Comune in dissesto (sic!). È quanto stabilito nella determinazione dirigenziale n. 2848 del 18.10.2019, addirittura posteriore alla data della sentenza che sancisce definitivitavemnte il dissesto, 16.10.2019».
LegittiMamente punta il dito non tanto sul debito pregresso («che già ci fosse, lo sapevamo tutti»), ma sul “quantum”: «È questo a fare la differenza, ed è lì che il "maestro" mette in campo le sue arti dissimulatorie. Ma i numeri non mentono. Si tratta, infatti, di circa 100mila euro nel 2011 contro i circa 350mila euro nel 2018.
Con un gesto tanto spregiudicato, quanto vigliacco, ha voluto prendersi anche il lusso di addebitare le colpe ai cosentini che non pagherebbero le tasse; senza pensare che, solo a dirlo, avrebbe fatto comunque harakiri».
Infine, l’associazione si chiede retoricamente «perché Occhiuto se ne accorge solo ora? Che cosa ha fatto per ben 8 anni?».
Nell’auspicare «la pubblicazione, nella sezione "Amministrazione Trasparente" del sito web comunale, di ogni provvedimento adottato dalle Sezioni Riunite della Corte dei Conti lo scorso 16 ottobre», la nota conclude chiedendo le dimissioni del sindaco: «Per le aziende private, come per gli Enti pubblici, il rappresentante legale è il primo responsabile ed in questi casi le dimissioni sarebbero doverose».

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