Il dibattito

Autonomia differenziata, Giusi Princi a Cosenza: «La scuola deve rimanere pubblica e nazionale»

VIDEO | Netta la posizione critica ribadita dalla vicepresidente della Regione con delega all'Istruzione sul tema caro alla Lega nel corso di un incontro organizzato dall'Usb: «Basta divari territoriali»

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di Salvatore Bruno
22 gennaio 2024
21:15

La vicepresidente della Regione Calabria Giusi Princi, puntualizza con scrupolo l’atteggiamento seguito dal governo regionale rispetto al tema dell’autonomia differenziata per quanto concerne il settore della scuola: «La posizione della Regione Calabria è chiara e netta – dice senza lasciare spazio a fraintendimenti - Siamo contro l’autonomia differenziata, la scuola deve rimanere pubblica e nazionale. Non si possono determinare dei divari territoriali. Occorre invece perseguire l’uguaglianza all’interno del Paese. Anzi, stiamo lavorando persino per ridurre gli squilibri territoriali anche all’interno della Calabria stessa». 

Battaglia senza colore politico

«La scuola non ha colore politico - ha ancora affermato - È libera come liberi sono i diritti costituzionali che devono appartenere a tutti, a maggior ragione ai bambini». Una posizione, quella espressa dalla componente della giunta di Roberto Occhiuto con delega all'Istruzione, decisamente distante dalla maggioranza di Palazzo Chigi, soprattutto da quella del ministro Roberto Calderoli e della Lega, ribadita a Cosenza durante un dibattito pubblico promosso dall’Usb, nei locali del Liceo scientifico Enrico Fermi, con una variegata rappresentanza della politica locale e del segretario nazionale del comparto scuola del sindacato, Lorenzo Giustolisi, anche lui estremamente critico nei confronti della riforma.


Viaggio a ritroso nel tempo

 «L’autonomia differenziata è uno scandalo – ha tuonato Giustolisi - Ci porta più indietro della società italiana rappresentata nel libro Cuore, quando la scuola era uno dei cardini fondamentali del progetto di unità nazionale. Si torna indietro nella scuola, ma anche nei trasporti e nella sanità». A dettare la traccia del dibattito il saluto della dirigente del Fermi, Rosanna Rizzo, e quello del segretario Usb Scuola Cosenza Pino Assalone: «In Calabria - ha detto Assalone - l'istruzione dovrebbe essere in cima all'agenda politica. C'è invece un ritardo, un gap rispetto al resto del Paese, a partire dal numero degli asili nido. Poi le strutture sono prive di palestre, mense, vi sono diverse carenze degli edifici. E poi c'è un problema di dispersione da non sottovalutare. È il momento di discutere a tutto campo e con continuità dell'argomento scuola e promuovere la scuola pubblica, l'unica in grado di poter offrire una formazione adeguata a patto che sia sostenuta con convinzione da politica ed istituzioni».

Partecipazione nutrita

Tra i partecipanti, tra gli altri, il professore emerito di sociologia dell'Unical, Piero Fantozzi, e Lucio Ficara, docente di Tecnica della scuola. Nutrita la partecipazione degli addetti ai lavori, ma anche di esponenti del consiglio regionale, tra i quali il vicepresidente Franco Iacucci e il capogruppo della lista De Magistris Presidente, Ferdinando Laghi. Verso il tramonto il mito dell’ascensore sociale. I costi crescenti del materiale didattico anche nei percorsi della scuola dell’obbligo un problema per le famiglie: «Purtroppo il Governo Meloni agisce con una politica di incremento delle diseguaglianze – ha detto Anna Laura Orrico - Pensiamo solo al dimensionamento scolastico ed al taglio operato degli istituti in tutta la Regione. Poi con l'autonomia differenziata – ha sottolineato la parlamentare Cinquestelle - rischiamo che le regioni più ricche vadano ad offrire emolumenti maggiori ai docenti, stimolando ancora una volta l'emigrazione dal Sud verso il Nord».

Sì all'educazione affettiva

«Dobbiamo invece rafforzare i presidi soprattutto nelle aree interne dove maggiore è la povertà educativa ed i ragazzi vivono condizioni di fragilità e disagio. Per garantire il diritto allo studio poi, noi proponiamo una dote educativa, un contributo di 500 euro alle famiglie per ogni figlio fino ai diciotto anni. Infine – ha concluso Anna Laura Orrico – pensiamo sia importante introdurre in aula l'educazione affettiva per insegnare ai giovani a rapportarsi nel modo migliore con il prossimo».

Giornalista
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