Consiglio regionale

Autorità unica dei servizi ambientali, i leader di opposizione: «I sindaci hanno ragione, Occhiuto ritiri legge»

Amalia Bruni (Misto), Nicola Irto (Pd) e Davide Tavernise (M5s): «Non si può pensare di legiferare su materie così delicate che interessano la vita quotidiana dei cittadini senza un necessario confronto»

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di Redazione
2 aprile 2022
14:35

«Come era prevedibile l'approvazione da parte della Giunta regionale della delibera n.93 'Documento tecnico di indirizzo-gestione dei rifiuti urbani' e la delibera n.118, il disegno di legge avente ad oggetto 'l'Organizzazione dei servizi pubblici locali dell'ambiente', ha provocato una decisa presa di posizione da parte dell'Anci calabrese e dell'Assemblea dei Sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria. La mancata interlocuzione con i nostri amministratori sulla futura gestione di settori importanti come l'acqua pubblica e i rifiuti, rappresenta secondo noi, un grave sgarbo istituzionale al quale Occhiuto deve assolutamente porre rimedio».

Lo scrivono in una nota Amalia Bruni, capogruppo del Misto, Nicola Irto, capogruppo del Partito Democratico e Davide Tavernise, capogruppo del Movimento 5stelle.


«Non si può pensare - proseguono - di legiferare su materie così delicate che interessano la vita quotidiana dei cittadini, senza un necessario confronto con chi si trova in prima linea tutti i giorni e deve rispondere alle comunità per eventuali disservizi. Con questo disegno di legge il nostro presidente Occhiuto ha pensato di chiudere il cerchio sul controllo di asset strategici della Regione senza dar conto a nessuno. Ma il problema della gestione dell'acqua pubblica e dei rifiuti in Calabria non può essere affrontato con colpi di mano come è stato già fatto per Azienda Zero ma solo con un percorso autenticamente democratico, di confronto e di ascolto dei sindaci e delle comunità coinvolte. Con queste delibere torniamo indietro di anni, il compito della Regione è quello di programmare, non di gestire. Una Regione che accentra è fuori dal tempo».

«Ci sono voluti anni per attivare gli Ato, che devono essere rafforzati d dotati di tutti gli strumenti di cui hanno bisogno e non cancellati - continua la nota -. Occorre responsabilizzare i territori senza espropriarli. L'acqua e i rifiuti rappresentano i pilastri della civiltà. Non si parla di sgarbo istituzionale, qua siamo di fronte alla mancanza di considerazione delle amministrazioni locali e delle comunità solo per concentrare potere e controllo in barba alle più elementari nozioni della democrazia e della concertazione che vengono enunciate quotidianamente ma mai attuate».

«Bisogna prestare la massima attenzione alle preoccupazioni sollevate da chi amministra le nostre città - concludono Bruni, Irto e Tavernise - e per questo chiediamo ad Occhiuto di non continuare nel suo disegno accentratore, ritirando le delibere contestate e aprendo un serio confronto con i territori. Con i diktat non si offrono soluzioni stabili ma si acuiscono i problemi, crescono le tensioni e peggiorano i servizi per i cittadini. Bisogna ricominciare di nuovo, su basi diverse, facendo intervenire tutti alla discussione».

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