Sotto assedio

A Crotone è sempre più emergenza ambientale: ecco la mappa dei veleni che circondano la città

La bonifica dell’ex area industriale è in cima alla lista delle priorità, ma il Comitato e (finalmente) la politica si muovono per mettere la questione al centro dell’agenda regionale. Il Pd chiede la convocazione di un’assemblea ad hoc a Palazzo Campanella

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di Massimo Clausi
24 maggio 2024
06:15

La politica inizia a muoversi sulla vicenda della bonifica dell’ex area industriale di Crotone. Dopo la lettera del Comitato aperto "Fuori i veleni. Crotone vuole vivere" ai parlamentari, il primo a rispondere, con atti ufficiali, è Angelo Bonelli che ha presentato una interpellanza al Ministro dell'Ambiente sul tentativo di Eni Rewind, attraverso l'avvio di una nuova Conferenza dei Servizi, di far rimuovere il vincolo che la obbliga a portare fuori dalla regione Calabria i rifiuti pericolosi derivanti dalla bonifica del POB Fase 2 così da lasciarli a Crotone. Come annunciato giorni fa dal Pd in una apposita conferenza stampa, oggi è stata depositata la richiesta per la convocazione di una seduta ad hoc del Consiglio regionale per discutere della bonifica dell’ex area industriale di Crotone.

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La richiesta è stata firmata quasi da tutta l’opposizione. In particolare è stata sottoscritta dal capogruppo dem Mimmo Bevacqua, da tutti i consiglieri regionali del Pd, dal capogruppo del M5s Davide Tavernise e dal capogruppo del Misto Antonio Lo Schiavo. Curiosamente manca la firma dell’esponente DeMa Ferdinando Laghi che pure si è sempre distinto per le sue battaglie ambientaliste. Insomma la politica si è accorta del problema e non poteva essere diversamente visto che il territorio crotonese, come si legge nel Report Epidemiologico Nazionale “Sentieri 2023” è fortemente sofferente sul piano delle incidenze tumorali ed ambientali.


La mappa di impianti e discariche che circondano Crotone

Del resto su Crotone nel raggio 10 chilometri insistono: 3 Impianti di biomasse (Crotone, Cutro e Strongoli); 1 Centrale turbogas (località Santa Domenica di Scandale); 1 Termovalorizzatore per rifiuti ospedalieri e fanghi di depurazione; 1 Impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi (Sovreco S.p.A.); 1 Impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e non (Sovreco S.p.A.); 1 Tmb (Trattamento meccanico biologico) per rifiuti indifferenziati in località Ponticelli; 1 Impianto di discarica comunale Rsu dismessa in località Farina; 4 Piattaforme a mare per l’estrazione del gas metano (di proprietà Eni); 31 Pozzi attivi a mare per l’estrazione del gas metano (di proprietà Eni); 9 Pozzi attivi sulla terra ferma del promontorio di Capocolonna (di proprietà Eni); 2 Impianti di raffinazione del gas estratto a Crotone (di proprietà Eni); 1 procedura di Via in corso presso il Ministero per realizzare un Rigassificatore località Passovecchio. 

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«La giunta si opponga allo smaltimento dei rifiuti in Calabria»

Insomma di certo i crotonesi non sentono la mancanza di un ulteriore discarica dove interrare i residui della bonifica. Bene quindi la richiesta di convocazione del consiglio da parte delle minoranze, ma ciò che conta è la mozione allegata alla richiesta (la numero 89 del 15 maggio scorso). Nel testo si ricapitola tutta la vicenda per chiedere infine alla giunta e al suo presidente di «opporsi, nella conferenza dei servizi del 17/06/2024 ed in ogni altra Conferenza dei Servizi convocata ed in ogni altra sede, alla richiesta svolta da parte di Eni Rewind di procedere alla revoca dell’impegno sulla stessa gravante di smaltire i rifiuti pericoli industriali di Crotone fuori dal territorio della regione Calabria affinché, essendo peraltro già decorsi molti anni inutilmente, si proceda all’effettivo smaltimento dei rifiuti pericolosi industriali di Crotone al di fuori del territorio della regione Calabria a tutela della salute dei cittadini crotonesi e calabresi e dell’ambiente e del territorio di Crotone e della Calabria».

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Bonifica a Crotone, la prima mozione approvata dal Consiglio regionale

In realtà non vi sarebbe bisogno di approvare una nuova mozione. Già nel giugno del 2023 questo stesso consiglio regionale aveva approvato all’unanimità una mozione (la n°58) in cui impegna il presidente della giunta regionale a coordinare l’insieme delle istituzioni calabresi tese a contrastare anche in sede giudiziaria il tentativo dell’Eni di stravolgere il deliberato della conferenza di Servizi. La mozione però non ha avuto seguito, anzi. Si è registrato un fatto nuovo ovvero la modifica al piano regionale dei rifiuti. Nella nuova formulazione, come sottolineato con forza dal comitato civico “Fuori i veleni”, sembra aprirsi la possibilità di smaltire i rifiuti nel territorio crotonese attraverso la realizzazione di una discarica di scopo. In particolare nel Piano Rifiuti, al Paragrafo 32.2, (Esclusione dal campo di applicazione dei criteri localizzativi) è disposto che “Fatte salve le norme sovraordinate, le previsioni relative ai criteri localizzativi non si applicano ai seguenti casi … n) discariche per la messa in sicurezza permanente e impianti di trattamento dei rifiuti realizzati nell’area oggetto di bonifica e destinati alle operazioni di bonifica dei siti contaminati secondo le procedure del titolo V del d.lgs. 152/2006, fermo restando l’obbligo di rimozione degli impianti di trattamento a bonifica conclusa”.

Secondo l’opposizione regionale «le dette disposizioni potrebbero essere utili ad Eni Rewind al fine di perseguire e raggiungere, dopo anni di condotta omissiva, la revoca dell’impegno di smaltire i detti rifiuti al di fuori del territorio della regione Calabria. Considerato che: - la comunità della città di Crotone ha diritto di avere un territorio che non sia inquinato e deturpato dalla presenza di rifiuti pericolosi industriali». Vedremo insomma cosa succederà in consiglio, ma soprattutto dopo la seduta. Non basterà votare la mozione ma servono anche azioni conseguenti. E bisogna anche metterle in campo in fretta. 

Giornalista
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