Campagna elettorale

«Cari amici, votate Lega»: il presidente del sindacato Unsic scrive e chiede a Caf e sedi locali di sostenere il Carroccio

Domenico Mamone, originario di Taurianova, ha invitato gli iscritti a «una forte mobilitazione» nella prossima tornata elettorale in programma il 25 settembre

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di Francesco Rende
6 settembre 2022
16:40
Nel riquadro Domenico Mamone
Nel riquadro Domenico Mamone

«Vi chiedo, a titolo personale e senza impegnare la nostra Organizzazione in quanto tale, di realizzare nelle varie circoscrizioni e nei collegi uninominali una forte mobilitazione per il successo delle liste della Lega. Coinvolgiamo le nostre strutture, le nostre famiglie, i nostri amici e conoscenti, a sostegno delle liste della Lega, il cui successo potrà garantire una nuova fase della crescita dell’economia, il contrasto all’inflazione e alla disoccupazione, una effettiva riduzione delle tasse sulle imprese e le famiglie, un nuovo slancio della nostra economia». Questo messaggio elettorale non arriva da un candidato, un segretario di partito o un iscritto: non arriva nemmeno da un simpatizzante, un attivista o meglio ancora qualche componente delle strutture del Carroccio.

Questo invito alla mobilitazione, sotto forma di email, è arrivato dal presidente nazionale dell’Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori (Unsic) Domenico Mamone, originario di Taurianova e residente a Roma, ed è stata spedita ai Caf e alle sedi che la stessa ha sul territorio. Una comunicazione inusuale, che ha lasciato stupiti molti dei professionisti che l’hanno ricevuta e che è decisamente irrituale per un sindacato che si definisce, nel suo statuto, “Indipendente, democratica, apolitica e apartitica”.


La comunicazione è arrivata nella giornata di ieri, il 5 settembre 2022, ed è iniziato il tam tam nonostante il presidente nell’intestazione la definisse come “Personale/riservata”. Un messaggio, insomma, da non considerare come una comunicazione aziendale, ma che è stata inviata utilizzando il database del sindacato.

Immaginate se, con una comunicazione pubblica, la Cgil invitasse a votare il Partito Democratico o se il segretario nazionale della Cisl inviasse una mail a sua firma per chiedere di impegnarsi, ad esempio, per Fratelli d’Italia: il tenore è lo stesso, un documento che arriva sulla posta elettronica e che chiede «una forte mobilitazione».

Unsic, chi è il presidente Domenico Mamone

L’invito a votare Lega è scritto in prima persona e firmato da Domenico Mamone, il presidente dell’Unsic. Si tratta di un sindacato che si sta radicando moltissimo nei territori, in particolar modo nel Sud Italia, e che negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale, fino a raggiungere secondo il suo sito internet 19 sedi regionali, 92 sedi provinciali, 2.000 Caf, oltre 700 patronati (di cui 15 all’estero) e 112 sportelli Caa. Il merito di questa crescita è da ascriversi, sempre secondo il sito, al presidente Domenico Mamone, nato nel 1973 a Taurianova, vera e propria enclave leghista in Calabria.

Da Taurianova vengono infatti l’ex presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì, oggi lontano dalla politica e impegnato al Musaba, ma anche un’intera amministrazione comunale targata Lega e retta da Roy Biasi, che proprio a Taurianova ha ospitato nelle scorse campagne elettorali lo stato maggiore del Carroccio, capitanato dal segretario Matteo Salvini. A pochi chilometri da Taurianova, a Rosarno, c’è invece Giacomo Saccomanno, a cui Matteo Salvini ha affidato le chiavi del partito regionale e che è impegnato in queste elezioni nella lista plurinominale della Camera, in seconda posizione dietro Simona Loizzo.

Quella di Mamone negli ultimi anni è una crescita inarrestabile: da Roma e da presidente consolida il suo sindacato ponendolo all’attenzione delle cronache come una delle più importanti realtà in crescita nell’ambiente dell’assistenza fiscale e nei servizi ai cittadini. Sono tantissime le sedi che si aprono sui territori e Mamone viene molto spesso ospitato da giornali e tv per raccontare il proprio punto di vista su crisi, assistenza e economia.

«La sua visione – recita la scheda sul sito internet Unsic - è quella di un sistema di rappresentanza e servizi che tuteli la piccola impresa, le cooperative e in generale i diritti delle aziende e delle professioni, ma che sia rivolto anche alle famiglie e a tutti i cittadini».

«Una grande mobilitazione per la Lega»: il messaggio di Domenico Mamone agli associati

Per questo motivo, la comunicazione inviata ieri e firmata dal presidente Unsic è parsa decisamente fuori contesto: un presidente di un’organizzazione che si definisce “apartitica” difficilmente può parteggiare o invitare apertamente a votare per un solo colore politico.

«Pur ribadendo – spiega la nota in apertura - che l’Unsic è una grande organizzazione rappresentativa degli interessi dei piccoli imprenditori, del mondo produttivo, degli agricoltori, del commercio e dell’artigianato, che ha nell’autonomia dal sistema politico un elemento genetico, è opportuno evidenziare che le prossime elezioni hanno un carattere di straordinarietà democratica, economica e sociale e, quindi, come cittadini non si può rimanere neutrali».

La missiva prosegue sottolineando come sia imprescindibile «quindi, valorizzare con il voto quelle forze politiche di ispirazione liberaldemocratica e popolare, legate ai valori nazionali, che hanno comunque sostenuto l’azione di governo e che hanno nel loro programma indicazioni strategiche a sostegno delle imprese: riduzione della tassazione, abbattimento del cuneo fiscale e, di conseguenza, del costo del lavoro, modernizzazione del Mezzogiorno in primo luogo sul piano infrastrutturale, a partire dalla realizzazione del Ponte sullo Stretto».

Queste indicazioni, spiega la lettera, «si riscontrano nel programma delle liste per la Camera dei Deputati e per il Senato della Repubblica della Lega guidata dall’on. Matteo Salvini, i cui candidati, quindi, sono impegnati ad attuare. Ecco perché, Vi chiedo, a titolo personale e senza impegnare la nostra Organizzazione in quanto tale, di realizzare nelle varie circoscrizioni e nei collegi uninominali una forte mobilitazione per il successo delle liste della Lega». Un invito, inviato all’elenco dei caf e dei centri sul territorio dal presidente dell’organizzazione, che prima si definisce «personale» e «senza impegnare la nostra organizzazione in quanto tale» ma che prosegue poi chiedendo di «coinvolgere le nostre strutture, le nostre famiglie, i nostri amici e conoscenti, a sostegno delle liste della Lega».

La lettera, che viene definita «personale», ha come oggetto «Lettera Presidente Unsic Domenico Mamone» e parte dall’indirizzo ufficiale della presidenza, ovvero domenico.mamone@unsic.it. Una comunicazione, quindi, poco equivocabile, uno schieramento di parte che va contro quelle che sono le linee guida e lo statuto della stessa organizzazione.

Lo statuto dell’Unsic: apolitica, apartitica e indipendente

Infatti questa comunicazione appare irrituale proprio perché lo statuto dell’organizzazione è chiaro: «Unsic – recita in apertura lo statuto depositato sul sito internet ufficiale - è una Confederazione sindacale senza scopo di lucro, autonoma, libera, indipendente, democratica, apolitica ed apartitica. […] Unsic si configura, inoltre, come indipendente dai partiti politici e dalle associazioni di qualsiasi tipo, come garante della libertà di coscienza e di attività dei singoli iscritti, come modo di essere e di svolgere l’azione sindacale, come individuazione del piano delle responsabilità associative e di confronto con le realtà sociali che caratterizzano la vita del Paese e della Comunità Internazionale e che si costituiscono a premessa per il suo sviluppo futuro.

L’indipendenza del sindacato è rimarcata anche dagli editoriali del suo presidente. In occasione delle prime crisi di governo e degli scricchiolii dell’autunno scorso, Mamone elogiava il presidente Draghi e la sua autorevolezza attaccando anche la Lega di Salvini, sottolineando l’insuccesso delle “crociate anti barconi”, definite da lui «un disco rotto». Nello stesso editoriale la leadership di Salvini usciva indebolita, colpevole di «non aver sfondato» a fronte della crescita di Fratelli d’Italia, sottolineando come invece le classi produttive fossero concentrate sulla ripresa economica, cosa che Giancarlo Giorgetti e Zaia avevano capito da tempo.

Il feeling con Zaia, in particolar modo, traspare da molti altri editoriali e documenti: è lo stesso Mamone a definire la gestione sanitaria della Regione Veneto un modello, sottolineando come seguendo le indicazioni di Zaia si potessero risparmiare diversi miliardi sulla sanità pubblica ottenendo però risultati vincenti: in un’altra occasione, nel luglio 2021, parla di «buon senso di Zaia sul Covid». Il governatore del Veneto, dal canto suo, pare ricambiare queste attenzioni: nel momento in cui Mamone si dà alle fatiche editoriali, pubblicando un libro dal titolo “Covid e dintorni” (edito dalla Unsic editore), il presidente della Regione Veneto prende carta e penna e si complimenta pubblicamente con Mamone: «Esprimo, inoltre, i sensi profondi della mia riconoscenza per aver dedicato una sezione del Volume a Vo’ Euganeo evidenziando il ruolo fondamentale profuso da tutti coloro che, adoperandosi fin dall’inizio a favore della Comunità, si sono trovati ad affrontare questa importante partita per i nostri territori».

Il comportamento di queste ore di Mamone, però, insegue due differenti binari che difficilmente potranno incontrarsi. L’ultima comunicazione ufficiale sul sito internet è intitolata “A scuola di matematica” ed è una dura analisi sull’irresponsabilità dei partiti: scrive Mamone che «gli italiani sono chiamati a esprimersi come se i partiti fossero squadre di calcio che disputano una finale […] e tutti i partiti si stanno preoccupando esclusivamente di come rinforzare le proprie truppe».

«Oggi purtroppo – scriveva Maimone a luglio – non si sente parlare di soluzioni serie di riforme e cambiamenti e di iniziative a sostegno delle imprese, il vero volano dell’economia del paese». Eppure, mentre a fine luglio sottolineava il timore di una recessione profonda attaccando la crisi al buio innescata dai partiti, senza nessuna forza e parlava di soluzioni serie, il mese di agosto avrà evidentemente portato consiglio. Tanto da spingerlo a prendere carta e penna (o nel suo caso, pc e posta elettronica) e scrivere a tutte le sue sedi sui territori per chiedere «una grande mobilitazione per la Lega». Ci sarà stata, insomma, una conversione importante in questo mese estivo: resta da capire se l’illuminazione è arrivata sulla via di Damasco o se nell’assolata enclave leghista in Calabria di Taurianova.

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