Ristorart, Intrieri: «Subappalto con ditta di mafia. Sconcertante silenzio di Oliverio»

L’ex parlamentare Dem sostiene che la ditta che si è aggiudicata il servizio di ristorazione alla cittadella si guarda bene dal far capire che le autorizzazioni al subappalto da parte della prefettura non sono nominative. Inoltre sollecita la Regione e il Presidente affinchè si prendano provvedimenti rapidi e adeguati che gli competono come politico e come amministratore

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di Redazione
31 luglio 2018
19:05

«Ho letto, oggi, sulla stampa locale le spiegazioni della ditta Ristorart, aggiudicataria del servizio di catering della Regione, presso la Cittadella, e di altri appalti, colpita nei giorni scorsi da interdittiva, da parte della prefettura di Prato, per aver assegnato in subappalto alla ditta Quadrifoglio di Isola Capo Rizzuto (coinvolta nel processo di mafia Jonny) il servizio mensa presso il Cara di Isola Capo Rizzuto. Quadrifoglio però è la stessa ditta che gestiva tale servizio presso il medesimo Cara fino al suo coinvolgimento nell’inchiesta di mafia». A dichiararlo è l’ex deputata Marilina Intrieri, intervenuta in queste ore sulla vicenda tramite un comunicato.

«La ditta Ristorart – spiega -, in modo maldestro, tenta di giustificare il subappalto dei suoi appalti alla ditta di mafia “Quadrifoglio” sostenendo che: aveva avuto l’autorizzazione al subappalto dalla prefettura di Crotone, la ditta appaltatrice sarebbe stata dichiarata mafiosa solo dopo aver ricevuto l’incarico dalla ditta appaltante, il Quadrifoglio, mentre svolgeva l’incarico presso il Cara (prima che fosse coinvolta nell’inchiesta), avrebbe fornito lo stesso servizio alla questura di Crotone e si guarda bene dal far capire  che le autorizzazioni al subappalto da parte della prefettura non sono nominative».



Secondo la Intrieri «non può non destare sconcerto il silenzio assordante della Regione Calabria e del suo presidente Mario Gerardo Oliverio, dal quale  i calabresi si attenderebbero i provvedimenti solleciti e adeguati che gli competono come politico e come amministratore al fine di  salvaguardare  gli interessi dei calabresi e della istituzione che rappresenta. E ciò in attesa che nelle sedi giudiziarie - amministrativa, penale e contabile - si faccia piena luce sull’operato contra legem di questa impresa di catering e dei suoi prestanome».

«Desta pari sconcerto – ha proseguito - il silenzio del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e del presidente della Commissione antimafia. In altri tempi ci sarebbe stata una convocazione d’urgenza del Consiglio regionale, o quanto meno una Conferenza dei capigruppo dinnanzi al coinvolgimento di una ditta fornitrice di un servizio importante, costoso ed a contatto diretto col personale e con i gli uffici  regionali».

L’ex deputata ha concluso evidenziando «l’amarezza che si registra sulla vicenda, in luogo di doverosi e mirati interventi, il perpetuarsi di atteggiamenti omissivi e riluttanti e non ci si deve meravigliare, poi, se ogni anno migliaia di ragazzi se vanno via dalla Regione che è sempre buon’ ultima in tutte le classifiche sociologiche».

 

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