Catanzaro, il centrosinistra allargato passa per le primarie ma Fiorita tentenna

Il leader di Cambiavento in pole per scalzare il centrodestra da Palazzo De Nobili dopo circa 12 anni di dominio incontrastato al Comune. Ma la consultazione preelettorale non lo convince

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di Danilo Colacino
25 maggio 2021
16:10

Il successore di Sergio Abramo alla guida del Comune di Catanzaro potrebbe banalmente già avere un nome e un volto conosciuto così come potrebbe invece saltar fuori da ambienti (non necessariamente politici o unicamente tali) e circuiti diversi dai ‘gruppi’ tradizionali. Prima di inseguire il cosiddetto Mister X, però, parliamo di chi ha una faccia e generalità arcinote nel novero dei pretendenti. Si tratta dell’attuale presidente del consiglio comunale Marco Polimeni nel centrodestra (che pur senza dirlo in modo espresso, lavora a quest’ipotesi ormai da anni sebbene adesso sembrerebbe insidiato da un giovane professionista assai in vista a Catanzaro) e dal leader di Cambiavento ed ex componente del civico consesso (da cui si è dimesso in seguito all’avviso di garanzia ricevuto nell’ambito di Gettonopoli con però la recente richiesta di archiviazione da parte dello stesso Pm titolare dell’inchiesta) Nicola Fiorita.

Ambedue hanno però il medesimo problema; nessuno pare sul punto di dirgli “prego, si accomodi”. Ma se per Polimeni i passaggi saranno tutti consumati nelle interpartitiche secondo le logiche di spartizione degli incarichi all’interno di una coalizione formata e riconoscibile, un centrodestra in cui c’è una stretta correlazione fra Regionali e Comunali, uno scenario assai diverso si prospetta per Fiorita. Intanto perché il prof è una sorta di capopartito locale e poi dal momento che porta in dote un quasi 24% dei consensi racimolati alle scorse elezioni. Dato che però sembra non bastare per ricevere una sorta di golden share da parte degli alleati dell’aria di riferimento. Quella di centrosinistra, naturalmente. Che a Catanzaro è ormai preceduto dall’aggettivo Nuovo a voler forse marcare una discontinuità rispetto a esperienze passate. Una realtà a cui Fiorita ha ieri timidamente ammiccato, dicendo di seguirla con attenzione.


Ma la sensazione è che non sia sufficiente. Anzi, è una certezza, considerato come al prof sia arrivato un segnale chiaro: niente wild card. Né a lui, né a nessun altro. La candidatura a sindaco da questa parte si otterrebbe infatti attraverso le Primarie. Unico metodo di selezione, che può dare l’opportunità di ricevere l’ambita investitura. Zero rendite di posizione, quindi, anche se si porta in dote un alto numero di voti. Ma c’è di più: anche se a Fiorita ancora nessuno lo avrebbe detto chiaro e tondo e in modo ufficiale, prospettandogli una ‘competizione preliminare’ con tutti gli elementi conosciuti, i Nuovi del centrosinistra pare dubitino che lo stesso prof abbia mantenuto, se non addirittura aumentato, il suo indice di gradimento. Lo ribadiamo, però, non è questo il punto. Il nodo gordiano è semmai costituito dall’accettazione di Fiorita di misurarsi sul campo, dimostrando di avere il maggior numero di consensi della gente.

Un metodo che, a sentire i potenziali alleati del prof, gli darebbe il via libera a concorrere alla successione di Abramo in una compagine molto allargata. Una prova che, almeno allo stato, non entusiasmerebbe il diretto interessato che vuole comunque prima vederci chiaro sui altri aspetti. Ma parliamo di una persona duttile, che oltretutto quattro anni fa subì uno smacco dal Pd. Partito che non lo sostenne, buttando alle ortiche una vittoria, sulla carta almeno, sicura. Favore, diciamo, subito restituito dal leader di Cambiavento che al ballottaggio chiuse le porte in faccia al fronte guidato dai Democrat, condannandolo alla sconfitta.

Vedremo però, al di là di tutto, cosa accadrà e quale ruolo giocheranno i vertici calabresi, e romani in particolare, del partito di Enrico Letta. Un Pd in cui inoltre milita il deputato Antonio Viscomi, molto stimato in casa Dem, che tuttavia Fiorita ha precisato non essere il suo nume tutelare. Una puntualizzazione arrivata in conferenza stampa - davanti ai giornalisti presenti - forse per cristallizzare l’assoluta autonomia e indipendenza sua e di Cambiavento.

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