Città metropolitana, luci (poche) e ombre (tante) di quella che era la Provincia di Reggio

VIDEO | Prima tappa di un viaggio giornalistico alla scoperta dell'ente sovracomunale che da sei anni ha preso il posto dell'Amministrazione provinciale ma ancora non viene percepito dai cittadini

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di Agostino Pantano
29 gennaio 2021
16:09

L'elezione del secondo Consiglio sono un primo giro di boa per la Città metropolitana di Reggio Calabria, tempo di bilanci per un super ente che i cittadini percepiscono distante sia dal punto di vista istituzionale che politico. Basta andare sul corso del capoluogo e raccogliere gli umori della gente, all'indomani della elezione della votazione a cui hanno partecipato solo gli amministratori. Le opinioni oscillano: c'è chi non sa proprio che esista l'ente introdotto con legge dello Stato dal 2015, c'è chi si ammutolisce quando deve spiegare la differenza con l'ex Provincia e, ovviamente, chi confonde il ruolo del sindaco di Reggio con quello del sindaco metropolitano, pur essendo la stessa persona.

«Il primo mandato è stato anche una sperimentazione - ammette il sindaco Giuseppe Ranunncio - ma è certo che fin qui è emersa una lacuna: questo ente non può essere solo per la città capoluogo». Il primo cittadino di Palmi è stato eletto nella maggioranza del sindaco Giuseppe Falcomatà, ma la sua ammissione circa un rapporto territoriale sbilanciato lo accomuna a chi nel consiglio appena insediato sarà minoranza.
«Due terzi della popolazione - commenta infatti Giuseppe Zampogna - vive nel territorio diverso da quello di Reggio città». I numeri darebbero ragione a quella che chiamano periferia, che sul versante ionico e su quello tirrenico ha siti - basta pensare per esempio a Gerace e Gioia Tauro - che solo una politica autoreferenziale potrebbe trascurare. Eppure così dicono gli eletti, e così si vede percorrendo un'arteria provinciale - la sp 34, che collega Palmi con l'entroterra - chiusa da 5 anni al punto che gli automobilisti hanno continuato a percorrerla, considerando una chimera i lavori programmati.


«Qualche anno fa - prosegue Zampogna - venne illustrato un Piano per interventi sulla viabilità, ma di questi ben pochi sono stati realizzati».
C'è dunque anche un problema politico, come quello a cui rimanda il caso Atam. Nella passata consiliatura la Metro City diede 300.000 euro all'azienda dei trasporti che opera nel capoluogo con il mandato di potenziare il servizio anche «in ambito metropolitano». Eppure, nel resto del territorio Reggino non mancano le società - interamente pubbliche - che operano nello stesso settore. «Noi abbiamo fatto dei servizi per conto della Città metropolitana - rimarca Davide Minniti, presidente della Ppm di Palmi - e ci sono stati pagati, ma non abbiamo ricevuto finziamenti».

Anche nel caso del Trasporto pubblico è stato varato un Piano, prima di finanziare l'Atam ? Domanda per ora senza risposta, anche se il sindaco Ranuccio precisa: «Pur con tutti i limiti di un ente su cui possiamo discutere, la Città metropolitana rimane una grande opportunità».

Giornalista
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