Sandro Principe a Rende, Mario Russo a Scalea, Roberto Perrotta a Paola, Giuseppe Aieta a Cetraro e Doris Lo Moro al ballottaggio a Lamezia Terme. Le amministrative calabresi 2025 segnano il ritorno al potere di vecchi e navigati amministratori. Alcuni lontani dal tempo dalle stanze dei bottoni, ma che evidentemente non hanno mai rescisso il loro legame con la comunità.

L'usato sicuro lo ha definito l'ex senatore cosentino Franco Bruno durante la seguitissima maratona elettorale di LaC. Meno prosaicamente potremo dire che nei tempi di crisi dei partiti il ​​carisma e l'esperienza dei singoli prevalgono sulle alleanze politiche.

Ha vinto insomma la vecchia politica, quella di chi conosce palmo per palmo ogni rione e problema della città, quella che risponde sempre al cellulare, quella che il giorno dopo le elezioni non si chiudendo nelle torri eburnee del potere e taglia ogni legame con la gente . Insomma una grande lezione per molti politici di queste latitudini. C'è anche la voglia dei cittadini, in questi tempi di crisi, di affidare la gestione della cosa pubblica in mani sicure. Una controtendenza rispetto ai flussi elettorali nazionali che regalano grandi vittorie e altrettanto precipitose cadute (si veda il Pd di Renzi, il M5s, la Lega e così via).

Certo tutto questo apre una riflessione sul mancato rinnovamento della classe dirigente calabrese. C'è tutta una generazione che sembra essere tagliata fuori. In parte ciò è spiegabile dal progressivo spopolamento della Calabria, soprattutto da parte delle sue menti migliori. Una seconda spiegazione sta anche nel fatto che non ci sono più i luoghi di formazione dei giovani e i politici più navigati hanno poca voglia di fare dai maestri. In molti non lasciano spazio e soffocano nella culla chi vorrebbe emergere. Al massimo provano a passare il testimone a mogli o figli.

Eppure non si può certo dire che in Calabria manchino i talenti. Durante le puntate del nostro programma “Buongiorno in Calabria” stiamo ospitando diversi giovani sindaci, molto in gamba, con lo sguardo verso il futuro. Sono la generazione che resiste e prova a dare un'impronta di modernità alla Calabria.

Capire se l'attuale assenza di classe dirigente sia dovuta alla carenza di talenti o alla tentazione dei vecchi politici di credersi immortali è come cercare di capire se sia nato prima l'uovo o la gallina.

Eppure il problema esiste e vale la pena di essere confrontati. Se si apre un vecchio giornale locale di dieci o più anni fa si troveranno in prima pagina non solo le stesse problematiche, ma spesso anche gli stessi nomi che cercano di risolverli.

Sandro Principe in campagna elettorale ha detto che il compito che vuole assumersi non è solo quello di governare Rende, ma anche da fare da padre nobile alla classe dirigente del futuro. Speriamo che ci siano tanti altri amministratori pronti a seguire il suo esempio.