Reggio a un passo dal dissesto, la Corte dei Conti: i debiti sono il doppio di quelli dichiarati

Recapitata a palazzo San Giorgio la delibera dei magistrati contabili che fanno propria la pronuncia della Corte costituzionale sul caso Napoli e le anticipazioni di tesoreria. L'extradeficit sale ad oltre 300 milioni ai quali vanno aggiunti i 64 del debito fuori bilancio verso la Regione per la fornitura idrica. Senza l'intervento del legislatore evitare il default sarà praticamente impossibile

di Riccardo Tripepi
12 febbraio 2020
19:11
Reggio, il sindaco Giuseppe Falcomatà
Reggio, il sindaco Giuseppe Falcomatà

«Va da sé che uno stato di dissesto fattuale, sebbene non formalmente dichiarato, mina quella “trasparenza contabile” che è parte del bilancio quale bene pubblico, potendo rendere non esenti da responsabilità anche coloro che non hanno materialmente contribuito alla formazione della passività».

Il Comune di Reggio a rischio dissesto

Lapidaria la Corte dei Conti, Sezione Controllo per la Calabria, nella delibera numero 17 del 2020 appena recapitata agli uffici comunali di palazzo San Giorgio. Un atto che segue e fa proprio quanto stabilito dalla recente sentenza della Corte Costituzionale  in merito al caso sollevato dal Comune di Napoli e relativo all’utilizzo illegittimo delle anticipazioni di tesoreria.


Per il Comune di Reggio, però, la situazione è ben più grave e, stando a quanto scritto dai magistrati contabili, i margini per salvarsi dal dissesto sono piuttosto risicati, se non nulli.

In pratica l'ente sta crollando sotto il peso dei debiti che sarebbero più del doppio di quanto fin qui accertato e inserito nel piano di riequilibrio.

In seguito a riaccertamento straordinario il c.d. maggior disavanzo veniva quantificato in 143.338.307,45 euro e il Consiglio comunale stabiliva di ripianare tale deficit in 30 rate costante annuali di 4.777.943,58 euro. La Sezione regionale della Corte dei Conti invitava il Comune a procedere ad una nuova verifica che, però, non alterava le somme.

I nuovi principi della Corte dei conti

Adesso, alla luce dei nuovi principi fatti propri dalla Corte dei conti ed esposti dalla Corte Costituzionale con sentenza numero 4 del 28 gennaio 2020, si dovrà correggere la prassi in uso in tutti i Comuni italiani in pre-dissesto di riversare le anticipazioni di liquidità, risorse ottenute in questi anni dal Governo e da Cassa Depositi e Prestiti per far fronte ai debiti accumulati, sul disavanzo per modificare il risultato di amministrazione ed assicurarsi nuove forme di copertura della spesa.

In pratica per come recita la delibera della Corte dei Conti: «Il Comune di Reggio Calabria dovrà in primis procedere ad un ricalcolo virtuale del proprio maggiore disavanzo e si otterrà che: il c.d. maggior disavanzo assurgerà alla cifra di euro 328.635.504,02; la quota annua da recuperare e da spesare a partire dal bilancio preventivo 2020-2022 sarà quindi pari a 10.954.516,80 (quanto un trentesimo dell’extradeficit ricalcolato) da applicare alla manovra previsionale fino al 2044».

Misure correttive da far tremare le vene ai polsi e che dovranno essere deliberate dal Consiglio comunale entro 60 giorni e «le correzioni al bilancio preventivo 2020-2022 e al bilancio consuntivo 2019 dovranno essere apportate ai documenti contabili all’atto e nei termini della loro approvazione».

Il debito nei confronti della Regione

La Corte dei Conti evidenzia poi ulteriori criticità presenti nei conti dell’Ente. A partire dal debito verso la Regione per la fornitura idropotabile. «Dopo il formale riconoscimento di un debito fuori bilancio di 64.974.388,27 euro, il Comune ha previsto una copertura finanziaria solo per un importo di due milioni di euro (rate del 2020 e del 2021), mentre per la restante somma pari a 62.974.338,27 euro non è stata prevista alcuna copertura finanziaria, né l’iscrizione a residuo passivo tra le scritture contabili del Comune».

Inevitabili le considerazioni dei magistrati contabili in ordine al Piano di riequilibrio finanziario che valutano «allo stato del tutto inattendibile proprio perché comprensivo di tutte queste ulteriori e consistenti passività. Infatti, accanto alle passività per il cui recupero è in essere il piano – come si diceva pari a circa 124 milioni di euro nel 2013 che, al netto dei ripiani già effettuati si sono ridotti a 49.802.285,65 euro – si sono aggiunti solo nei confronti della Regione Calabria debiti fuori bilancio per 64.974.388,27 euro nonché un extradeficit di 328.635.504,62 euro».

Davanti a questo scenario la Corte dei Conti nell’evidenziare la criticità della situazione debitoria del Comune esprime dubbi sulla circostanza che «l’Ente possa sostenere una rata di maggior disavanzo più che doppia rispetto a quella in precedenza sostenuta (11 milioni di euro all’anno a fronte dei 4,7 finora applicati)».

I debiti verso il Tesoriere

I magistrati contabili evidenziano, infine, la pesante crisi di liquidità che sta attraversando palazzo San Giorgio che «sta effettuando i pagamenti solo grazie alla liquidità aggiuntiva fornita dal Tesoriere; peraltro tali fondi dal 2016 non vengono del tutto rimborsati a fine esercizio con debiti accumulati nei confronti del Tesoriere paria 36 milioni di euro».

La sintesi dei magistrati contabili

Prima di invitare il Comune ad apportare i correttivi dovuti entro 60 giorni, la delibera riassume in sintesi la situazione: «Il Comune di Reggio Calabria non sembra disporre di un grado di autosufficienza tale da fronteggiare le passività che si sono via via accumulate: 1) il deficit al 31/12/2013; 2) consistenti debiti fuori bilancio primo fra i quali la passività nei confronti della Regione per fornitura idropotabile di 64 milioni di euro; 3) consistente extradeficit manifestatosi con il passaggio alla contabilità armonizzata; 4) debiti nei confronti del Tesoriere (36 milioni a fine 2019)».

Senza interventi da parte del legislatore, insomma, il default sarà difficilmente evitabile.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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