Concorso scuola, c'è l'accordo: si farà dopo l'estate e senza crocette

Passa la mediazione di Conte sulla selezione straordinaria che riguardava i precari. Resta la prova selettiva ma con la consegna di un elaborato

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di Redazione
25 maggio 2020
07:24
Classe in una scuola
Classe in una scuola

Accordo chiuso anella maggioranza sul decreto scuola. A quanto si apprende da fonti di governo l'intesa, dopo il vertice di Palazzo Chigi convocato dal premier Giuseppe Conte, è stata trovata: il concorso per i precari ci sarà ma dopo l'estate e non sarà più a crocette ma con una prova scritta.

 


«Soddisfazione», a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, da parte del premier Giuseppe Conte sull'accordo di maggioranza sul dl scuola. La proposta del premier sul concorso straordinario per i docenti è stata ''accolta'', spiegano le stesse fonti che aggiungono: «Resta la prova selettiva in entrata per l'assunzione di 32mila insegnanti. Si terrà dopo l'estate e sarà in forma scritta, con consegna di un elaborato, senza quiz a risposta chiusa». La soluzione, si spiega, «permette di combattere il precariato garantendo la meritocrazia».

«Bene la soluzione sul concorso straordinario per la scuola». Lo dice la Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che si definisce, dunque, 'soddisfatta. «Vogliamo ridurre il precariato, per dare più stabilità alla scuola, e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito. Abbiamo 78 mila insegnanti da assumere nel primo e secondo ciclo fra concorsi ordinari e concorso straordinario. Sono numeri importanti e dobbiamo fare presto», prosegue.

 

«La proposta del Presidente del Consiglio va in questa direzione, confermando il concorso come percorso di reclutamento per i docenti», spiega la ministra che sottolinea:«Viene accolta la richiesta di modificare la modalità della prova, eliminando i quiz a crocette che erano stati previsti nel decreto scuola votato a dicembre in Parlamento. Questa prova sarà sostituita con uno scritto, in modo da garantire una selezione ancora più meritocratica».

Continua Azzolina: «Ora occorre lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola, dimostrando che la maggioranza ha a cuore la qualità del sistema di istruzione e, di conseguenza, gli studenti, che ne sono i principali protagonisti. Stiamo rispondendo anche ad una precisa richiesta delle famiglie che vogliono, a ragione, certezze sulla qualità del nostro sistema di istruzione e sul suo futuro. Le scelte che facciamo oggi avranno infatti ripercussioni nei prossimi anni»

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