Consiglio regionale ancora nel caos: il centrosinistra si rivolge al Viminale

Ancora ritardi e divisioni nel giorno delle dimissioni di Pippo Callipo. I gruppi di opposizione, ad eccezione di Flora Sculco, chiedono l'annullamento delle presidenze di Commissione e chiamano in causa il Governo

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di Riccardo Tripepi
29 giugno 2020
16:23

Rimane nel caos il Consiglio regionale, che è stato sconvolto dalle dimissioni di Pippo Callipo. Nonostante le 4 ore di ritardo rispetto all'orario di convocazione, non si è chiuso neanche oggi il rebus Commissioni che si trascina stancamente da lunghi mesi. Il centrosinistra, che si è riunito prima dell’inizio dei lavori della seduta, ha sottoscritto un’istanza che invierà alla presidenza del Consiglio dei Ministri,al Ministero dell’Interno, al Ministro per Gli Affari Regionali, ai prefetti di Catanzaro e Reggio, alla Giunta per il regolamento per chiedere l’azzeramento della votazione degli Uffici di presidenza delle Commissioni.

Opposizione di nuovo sull'Aventino

Lo strappo consumato durante l’ultima seduta di Consiglio, quando la minoranza non prese parte ai lavori, non si ricuce e i rappresentanti dei gruppi di opposizione non hanno partecipato alla votazione delle sole vicepresidenze, le uniche che Tallini ha deciso di rimettere in gioco. L’unica rappresentante del centrosinistra che rimarrà in Aula è Flora Sculco, che non si è neanche dimessa dalla carica di vicepresidente della Commissione “Bilancio” in aperta con la gestione del centrosinistra. E qualche perplessità è stata espressa anche da Graziano Di Natale di Io Resto in Calabria in ordine all’idea di non prendere parte ai lavori del Consiglio.


Il centrodestra non si piega

L’idea del centrodestra, invece, è quella di proseguire come se nulla fosse e di procedere poi in seno alle singole Commissioni al perfezionamento degli Uffici di presidenza. Sempre che gli organismi interpellati dal centrosinistra non vogliano intervenire per azzerare tutto, così come vorrebbe l’istanza dell’opposizione con la quale si chiede: «Che il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria e la Giunta per il Regolamento vogliano analizzare il presente casus iuris e, in contraddittorio con gli istanti, accertare le gravi illegittimità che hanno caratterizzato le votazioni svoltesi in data 12/6/2020 e conseguentemente annullare le dette votazioni e i risultati conseguenti per violazione manifesta del regolamento interno del Consiglio Regionale della Calabria».

Dibattito surreale

In un’Aula nuovamente piena soltanto dal lato della maggioranza è toccato a Baldo Esposito (Cdl) chiedere al presidente Tallini di rinviare i punti all’ordine del giorno relativi alle vicepresidenze di Commissione per assenza del centrosinistra. Esposito ammettendo «una responsabilità bipartisan» ha chiesto alla presidenza di convocare le Commissioni per procedere in quella sede all’elezione dei vicepresidenti.

Un ecumenico Tallini ha ammonito: «I calabresi ci stanno guardando e non si può dare l’idea di un Consiglio rissoso e fermo. Abbiamo l’obbligo di andare avanti e dimostrare che siamo soltanto all’avvio di una legislatura e che dopo un breve rodaggio siamo pronti a dare la svolta che la Calabria aspetta. Spero che il centrosinistra invii i nomi dei componenti del centrosinistra».

La speranza di Tallini di riportare ordine e decoro a palazzo Campanella è durata qualche frazione di secondo. Il tempo che il centrosinistra rientrasse in Aula con un durissimo intervento di Francesco Pitaro (Misto) che ha parlato dell’esistenza di un problema giuridico e politico grande come una montagna. «Il problema politico è quello che riguarda l’attribuzione della presidenza della Commissione di Vigilanza alla stessa maggioranza e non all’opposizione. Vigilante e vigilato vanno a coincidere e ciò non è mai accaduto. Poi esistono problemi giuridici con tante violazione del regolamento».

Sainato chiede spiegazioni a Bevacqua e Guccione

Intervento interrotto più volte dalle urla scomposte di Giuseppe Graziano (Udc) e poi dalla richiesta di Raffaele Sainato finito al centro di una bufera mediatica dopo la mancata elezione alla presidenza della Commissione antindrangheta. «Durante una conferenza stampa del Pd Guccione e Bevacqua hanno dichiarato che siamo tornati indietro Commissione antindrangheta per il veto Fdi sull’indicazione del mio nome alla presidenza. Non è così vorrei sapere da dove hanno preso queste informazioni». Bevacqua ha specificato: «nessun attacco personale a Sainato, ma solo la verifica di informazioni che aveva saputo dopo alcuni incontri e letto sulla stampa».

Confermata la legittimità dell'elezione di Molinaro, Creazzo e Morrone

Prima dell’inizio dei lavori dell’Aula si è poi riunita la giunta delle elezioni, presieduta da Giuseppe Neri (Fdi) che doveva esprimersi sui casi di presunta ineleggibilità relativi ai consiglieri regionali Pietro Molinaro, Luca Morrone e Domenico Creazzo. Dopo aver acquisito il pareere richiesto al settore legislativo di palazzo Campanella, la giunta ha confermato la piena legittimità delle elezione dei tre consiglieri regionale. Le istanza di chi chiedeva altro, vedi il caso di Luigi Novello, dovranno adesso spostarsi, eventualmente, davanti all’Autorità giudiziaria.

Giornalista
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