Il Consiglio grazia Oliverio: nessuno chiede le dimissioni del presidente indagato

Tra i gruppi di maggioranza e minoranza prevale il garantismo: «I processi si fanno in tribunale». Ma Gianluca Gallo e Carlo Guccione hanno sottolineato la doppia morale del governatore che all'inizio della Legislatura ha messo fuori dalla giunta chi fu destinatario di un avviso di garanzia

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di Riccardo Tripepi
19 dicembre 2018
14:35

Stavolta il Consiglio regionale non ha potuto far finta di nulla. La bufera che ha coinvolto il governatore Mario Oliverio è stata troppo violenta per convincere l’Assemblea, come in moltissime altre occasioni è avvenuto, a separare l’attività amministrativa dalle vicende giudiziarie che troppo spesso hanno coinvolto esponenti di primo piano della classe dirigente calabrese.

La Conferenza dei capigruppo, così come ha avuto modo di spiegare il presidente Nicola Irto in apertura dei lavori del Consiglio programmato per l’approvazione della manovra di bilancio, ha previsto interventi bilanciati per maggioranza e per la minoranza per affrontare, davanti ai calabresi, la situazione che si è verificata dopo la misura cautelare che la Dda di Catanzaro ha inflitto al governatore Oliverio.


Il presidente Nicola Irto, che ha richiamato la storia del presidente della giunta e il suo impegno per la legalità, e ha aggiunto: «Sul piano umano auguro al presidente di chiarire nel più breve tempo possibile di chiarire la propria posizione davanti alla Magistratura».

Ad aprire il breve dibattito, prima di entrare nel vivo dell’esame della manovra, ci ha pensato Gianluca Gallo della Casa delle Libertà. Gallo ha spiegato la posizione del centrodestra: in Consiglio non si fanno processi e l’opposizione non chiederà le dimissioni di Oliverio. Ma lo invita a riflessioni compiute sulla “doppia morale”, richiamando quanto avvenne con le dimissioni dei suoi assessori, all’inizio della legislatura, dopo l’esplodere di Rimborsopoli.

«Non siamo giustizialisti, anche se non possiamo non ricordare che, per situazioni analoghe non si è verificata la stessa cosa dagli altri banchi dell’Aula. La Costituzione – ha detto Gallo - impone una regola fondamentale: la presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo. Per questo noi manteniamo un approccio prudente nei confronti di quanto accaduto, così come manteniamo il massimo rispetto nei confronti del ruolo della Magistratura. Qui non possiamo fare processi che, invece, si fanno altrove. Possiamo fare, però, valutazioni di carattere politico. Non credo che possiamo invitare Oliverio alle dimissioni, ma lo invitiamo a fare serene valutazioni su tanti aspetti. Guardando anche a quanto è accaduto con “Rimborsopoli”, l’inchiesta che ha coinvolto soggetti ancora presenti in Aula, come Guccione, Scalzo e Ciconte. Neanche con una sentenza di primo grado, allora, gli assessori e il presidente del Consiglio dell’epoca furono costretti alle dimissioni. E allora una valutazione va fatta rispetto a una doppia morale. Davanti ai calabresi in questa fase, e da questo punto di vista, sarebbe giusto fare quel passo indietro». Gallo ha naturalmente bocciato dal punto di vista politico l’operato della giunta di centrosinistra fin dal principio della legislatura. Gallo, come ha spiegato anche Fausto Orsomarso, il secondo consigliere di centrodestra delegato a intervenire, ha rappresentato la posizione dell’intera opposizione.

Per il centrosinistra i primi ad intervenire sono stati Giuseppe Giudiceandrea e Carlo Guccione.

«Va sottolineato – ha detto Giudicenadrea - che non siamo davanti a un provvedimento di arresto. Con il provvedimento dell’obbligo di dimora, Oliverio può convocare la giunta e firmare gli atti di sua competenza in attesa del Tribunale delle Libertà che dovrebbe mettere fine a breve questa situazione incresciosa. La politica non si può fare nelle aule di giustizia. E siamo certi che non sarà così in questo caso. Abbiamo il massimo rispetto nei confronti dei Giudici che verificheranno come gli appalti oggetto di indagine non sono riconducibili a questa legislatura».

Guccione, in coincidenza alla posizione della minoranza, non ha chiesto le dimissioni di Oliverio, ma ha sottolineato la doppia morale che ha spazzato la prima giunta di questa legislatura.

«Non sono qui per chiedere le dimissioni del presidente Oliverio. Se arrivano contestazioni agli eletti dal popolo, questi si devono poter difendere nelle sedi opportune. Qui, invece, si è garantisti a fasi alterne. Qualche tempo fa con un semplice avviso di garanzia venne chiesta l’epurazione della giunta di cui facevo parte. Bisogna attenersi, invece, a ciò che prevedono le leggi e la Costituzione. Ciò che avevo preteso per me e peri i miei colleghi di giunta lo chiedo anche per Oliverio. Non sono per le doppie morali o per il garantismo a fasi alterne». Guccione non ha poi lesinato le critiche all’amministrazione per i mancati risultati ottenuti nella sanità e per l’occupazione che potrebbero, questi sì, portare a una conclusione anticipata della legislatura.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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