Consiglio regionale

Ok alla riforma sui Consorzi di bonifica. Per Laghi (DeMa) «necessaria», Bruni (Pd): «Così della Calabria resteranno solo i cocci»

Il testo ha ottenuto 23 voti tra cui quelli dell'esponente di De Magistris Presidente e di Afflitto (M5S). Critica la consigliera dem: «A ogni crisi Occhiuto usa due strumenti, la messa in liquidazione degli enti in difficoltà e un gestore unico regionale». Esulta il presidente dell'assemblea Mancuso: «Ulteriore dimostrazione di forte volontà riformista»

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di Redazione
4 agosto 2023
11:02

È passata in Consiglio regionale la riforma sui Consorzi di bonifica, con 23 voti compresi quelli di Afflitto (M5s) e Laghi (DeMa). Ok dunque alla liquidazione degli undici Consorzi esistenti e alla creazione di un unico ente regionale. La riforma, spiega oggi Ferdinando Laghi, «rappresenta una obiettiva e condivisa necessità sotto tutti i punti di vista. Organizzativo, economico, gestionale. Una proposta, dunque, condivisibile nel merito, ma su cui il voto di fiducia, posto dal presidente Occhiuto, gravava come un macigno, trasformando una proposta tecnica in una questione di appartenenza politica. Il ritiro della fiducia, da parte del presidente Occhiuto mi ha spinto a votare a favore del provvedimento». 

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«L'opposizione del gruppo De Magistris Presidente resta ferma - aggiunge Laghi - coerentemente col mandato affidatoci dagli elettori, così come il nostro primo obiettivo che è quello di lavorare nell'esclusivo interesse della Calabria e dei calabresi, nel caso specifico per una proposta di legge che interessa un settore strategico per la nostra regione e la cui riforma era da tempo universalmente invocata».


Bruni (Pd): «Il nostro un no convinto»

Ha votato no, invece, il gruppo del Pd. Un no convinto, riferisce Amalia Bruni, «non perché siamo contrari, anzi, abbiamo addirittura depositato una proposta di legge al riguardo. Da anni si avverte la necessità di un intervento per risistemare i consorzi di bonifica. Ciclicamente, in questi anni, si sono riproposte crisi gestionali, per i mancati pagamenti dei lavoratori, con situazioni drammatiche. E quando il fenomeno, sia pure con le dovute differenze, si amplifica e si propaga, vuol dire che si è affermata una patologia. Il problema non è se intervenire ma come. Bisogna evitare di peggiorare la situazione, sviluppare un’attenta analisi, studiare tutte le criticità e successivamente mettere mano seriamente. Ma come al solito non c’è confronto, non c’è spazio per un dialogo tra opposizione e maggioranza che addirittura pone la fiducia, riducendo a zero il dibattito tanto che ci avete accusato di non essere entrati nel merito. Prima fate in modo che non si possa parlare e poi ci si accusa di non approfondire».

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Secondo Bruni, il presidente Occhiuto «ha trasformato questo voto in un braccio di ferro, minacciando le dimissioni nel caso questo provvedimento non fosse passato. Avete detto che se non fosse stata approvata la riforma la Regione sarebbe stata schiacciata dai debiti, ma perché ora i nostri creditori come li paghiamo? Abbiamo almeno certificato il debito? Sappiamo a quanto ammonta? Vorrei chiedere al nostro assessore all’Agricoltura in quattro anni quanti bilanci ha approvato? Quanti amministratori dei consorzi ha nominato? Quanti revisori? E non c’è nessuna relazione sull’andamento finanziario, gestionale? È mai possibile? Entrando nel merito, questa è legislazione concorrente, si rischia un ennesimo conflitto giurisdizionale. Il deliberato della conferenza Stato Regione non contempla lo strumento del consorzio unico, tranne che per la regione Basilicata, per la quale è stata fatta apposita deroga. Avete deciso di liquidare i consorzi attuali senza conoscere l’ammontare del debito, eppure ci sono centinaia di lavoratori che rischiano di non avere il TFR, di non ottenere la pensione e molti fornitori, piccoli e grandi che aspettano di ricevere il loro compenso per opere già eseguite e che rischiano la chiusura. Noi entriamo nel merito e voi rispondete a queste domande semplici, essenziali alle quali non potete sfuggire per sempre. Avete delle responsabilità precise nei confronti di tutti i calabresi. Sul piano giuridico l'annuncio di un contenzioso, da parte dell'associazione nazionale dei consorzi, su questi aspetti, conferma le nostre preoccupazioni. Il presidente Occhiuto a ogni crisi usa due strumenti, la messa in liquidazione degli enti in difficoltà e un gestore unico regionale. Lo ha fatto, cito come esempi, per l'acqua e i rifiuti, con Azienda Zero, con la gestione diretta delle Terme e ora per le bonifiche, trasformando sempre di più la Regione in un soggetto gestore. Ciò è l'esatto contrario di quello di cui abbiamo bisogno. I calabresi hanno necessità di una regione impegnata nella programmazione, nella legislazione e nei controlli, con le gestioni affidate ai territori. Non si rende conto, presidente Occhiuto che in questo modo farà deragliare definitivamente la Regione Calabria? Resteranno solo i cocci», conclude l'esponente dem.

Il commento di Mancuso

All'indomani dell'ok alla riforma, arriva anche il commento del presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso. «Approvando la nuova disciplina dei Consorzi di bonifica d'iniziativa della Giunta, il Consiglio regionale (grazie alla coesione della maggioranza) e il presidente Occhiuto hanno dato un'ulteriore dimostrazione di forte volontà riformista. È stata, infatti, approvata una legge per un settore in difficoltà da lungo tempo e che, per importanza economica e sociale, aveva l'esigenza impellente di una rivisitazione normativa per assicurargli il sereno prosieguo delle attività e l'espletamento efficiente dei servizi da rendere agli agricoltori e alle comunità. Si sta proseguendo nella produzione di provvedimenti legislativi e amministrativi - aggiunge Mancuso - in netta discontinuità col passato, per dare alla Calabria opportunità di crescita e realistiche prospettive di sviluppo. In questi diciannove mesi di legislatura, nel corso dei quali non sono mancate preoccupazioni per le emergenze globali (la ripartenza dopo il Covid, il conflitto russo-ucraino e le allarmanti minacce legate al clima e al surriscaldamento) e in piena sinergia con l'azione dinamica della Giunta, l'attività del Consiglio regionale ha tenuto un ritmo intenso, come si evince dai numeri che ne documentano la produttività: 30 sedute d'Aula, oltre 110 leggi approvate, 43 riunioni dell'Ufficio di Presidenza e 180 riunioni delle Commissioni. Giunta e Consiglio - sostiene ancora Mancuso - abbiamo dimostrato capacità di incidere proficuamente in diversi settori strategici. Nella sanità con l'istituzione di Azienda Zero e dell'Azienda Dulbecco; e poi la multiutility Arrical per la gestione dei rifiuti e del servizio idrico integrato, la riforma della Protezione Civile, la riforma del mercato del lavoro e delle politiche attive, il ritorno alla gestione pubblica di Sacal e la sfilza di leggi (riformando dopo vent'anni la relativa legge quadro) per la salvaguardia delle aree protette e della biodiversità. Sono solo alcuni esempi dell'attivismo che, in meno di due anni, abbiamo saputo dispiegare, consapevoli che per colmare il gap che separa la Calabria dalle regioni più sviluppate, bisogna correre, risolvendo i problemi e non solo enunciandoli. Buttandoci definitivamente alle spalle la deplorevole abitudine dilatoria e pilatesca, ogniqualvolta c'è da fare scelte coraggiose all'insegna del rinnovamento e della modernizzazione».

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