VIDEO | È l'opinione di Sandro Amorosino, ordinario a La Sapienza e componente del comitato scientifico, che ha incontrato la Commissione Statuto per discutere di alcuni aspetti giuridici
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Cittadella degli uffici in area baricentrica tra le due ex città di Corigliano e di Rossano: una scelta superata dal tempo. Nell’era del digitale e con una visione decentrata degli assetti organizzativi e amministrativi, appare come una opzione non adeguata alla società contemporanea. Si lavorerà all’unisono, proseguiranno le audizioni, si recepiranno tutte le proposte della società civile, e alla fine sarà il Consiglio comunale il luogo preposto a definire ogni sfumatura riguardante la nuova carta costituzionale di cui si doterà il nuovo Comune di Corigliano-Rossano. È quanto riferito al nostro network a latere dei lavori di ieri presso il Palazzo di Città di Corigliano-Rossano dal prof. Sandro Amorosino, Ordinario benemerito dell’Università La Sapienza di Roma e dalla presidente della commissione Statuto Maria Salimbeni.
I due hanno successivamente tenuto un incontro, a porte chiuse, con tutti i componenti della Commissione Statuto, soffermandosi sugli aspetti giuridici, i principi autonomistici e la gerarchia delle fonti. Ampie le maglie di intervento in questa direzione lasciate dalla Regione Calabria nell’ambito della legge istitutiva regionale che ha sancito la nascita della terza città della Calabria.
La legge istitutiva e la cittadella degli uffici
È la stessa legge, tuttavia, che prevede la realizzazione in area baricentrica della cittadella degli uffici, verso cui il prof. Amorosino ha manifestato nutrite perplessità non solo sotto il profilo di diritto amministrativo ma anche come visione prospettica di territorio, sottolineando come in altre realtà la questione del decentramento sia stata affrontata diversamente. Per il prof. Amorosino la questione della baricentricità è espressione di «una visione vecchia di 50anni».