Corigliano Rossano, i commercianti dei centri storici sull’orlo di una nuova crisi

VIDEO | Economia spenta e indotto ai limiti storici. La consigliera comunale Olivo punta l’indice contro l’amministrazione Stasi. «La pandemia? Non è un alibi»

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di Matteo Lauria
25 agosto 2020
14:21

Centri storici commercialmente spenti, per carenza di interventi strutturali maturati nel tempo. I ristoranti si possono contare sulle dita di una mano, idem per bar, osterie, supermercati, e qualcosa rimane come punti vendita di gagdet e prodotti tipici. Per il resto siamo di fronte a una economia paralizzante.

 


Eppure tra palazzi gentilizi, musei, parchi, e caratterizzazione paesaggistica, le condizioni per far decollare le zone collinari vi sarebbero eccome. Nelle ultime ore a confermare le delizie del territorio, le testimonianze di Gianni Morandi, Paola Perego, Albano, giunti in soggiorno a Rossano. Una realtà dalle grandi e straordinarie potenzialità, ma non sfruttate né capitalizzate al meglio. 

Quel che manca

Manca, da quanto emerge secondo alcune testimonianze raccolte tra i commercianti, una politica attenta rivolta agli incentivi protesi ad alimentare l’offerta ricettiva, una adeguata erogazione dei servizi, una accurata politica dell’accoglienza.

Adele Olivo è consigliera comunale del Coraggio di Cambiare l’Italia (forza di opposizione) e, insieme alla famiglia, opera nel settore commerciale nel cuore del centro storico: è titolare di un bar in Piazza Steri, uno dei pochi presenti in città. Vive quindi, sulla propria pelle la crisi che attanaglia la parte alta della città, ma non da oggi.

 

In una lunga e articolata analisi, l’esponente del Cci parte dalla stagione estiva e dalla programmazione turistica poco incentivante sotto il profilo della polarizzazione dei flussi.

«Scarse presenze e manifestazioni poco pubblicizzate – denuncia la rappresentante della minoranza -. Sono stati spesi 120mila euro che a questo punto potevano essere destinati ad altre emergenze. I commercianti del centro storico versano in condizioni disastrose, pagano le tasse come tutti. Speravamo, dopo il lockdown legato al Covid, in una ripresa mediante la programmazione estiva e, invece, è stato tutto un fallimento».

Uffici trasferiti, ma non c'è mobilità pubblica

A incidere e non poco – a parere della consigliera Olivo - «la dislocazione degli uffici da Rossano a Corigliano e viceversa, senza fornire un adeguato servizio trasportistico in grado di garantire la mobilità pubblica». Tra le richieste rivolte all’amministrazione in carica: il concepimento dei municipi e la realizzazione della Cittadella degli uffici.

 

Uno dei disagi maggiormente avvertiti in città è la mancanza di acqua: nel centro storico rubinetti a secco dalle 20 alle 8 del mattino. Tra le proposte che la Olivo suggerisce, la prosecuzione delle demolizioni di alcuni fabbricati fatiscenti le cui aree, una volta abbattuti, potrebbero essere destinati a parcheggi, di cui si avverte l’esigenza.

 

Altro filone, non meno importante, è l’edilizia sociale: «Ci sono alcune case popolari che potrebbero essere riqualificate e assegnate ai cittadini che ne hanno veramente diritto».

La pandemia è un'attenuante?

Tutte argomentazioni di difficile soluzione e che, in larga parte, sono riconducibili a responsabilità politiche del passato. La giunta Stasi è operativa da oltre un anno e nel mezzo vi è stata la pandemia. Può essere tutto addebitabile all’amministrazione in carica?

 

Per la consigliera Olivo «il Covid non può costituire un valido alibi. L’amministrazione poteva cogliere l’occasione di programmare e dare vita a servizi indispensabili ordinari, come la cura e la pulizia delle strade, approfittando del deserto dovuto alle restrizioni. Non regge la tesi giustificativa della pandemia, i limiti sono rinvenibili in ben altre cause».  

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