Cosentino non ha l’imprimatur di Occhiuto ma lui cerca di blandirlo: «È un grande leader, ci daremo del Tu»
Nell’intervista a Perfidia il governatore ha rivelato di essere stato all’oscuro della candidatura a sindaco del suo dirigente: «L’ho appreso dai giornali». Il diretto interessato incassa e cerca di minimizzare: «È stato tutto molto veloce, ma lui resta il punto di riferimento di Forza Italia»
Non sarà un politico di professione ma ha imparato presto a non commettere passi falsi: «Occhiuto è un leader, il migliore». Roberto Cosentino, dirigente regionale candidato del centrodestra a sindaco di Vibo Valentia, è quello chiamato a fare le scarpe al primo cittadino uscente, Maria Limardo, che negli ultimi 5 anni alla guida del Comune non ha entusiasmato né la città né la sua coalizione.
Ci ha provato l’avvocatessa vibonese a cavalcare ancora l’onda elettorale che si incresperà alla sua massima altezza l’8 e 9 giugno, ma è stata disarcionata dal suo stesso partito che prima ha storto il naso verso la sua ambizione a riprovarci e poi ha chiuso la partita tirando fuori dal cilindro Cosentino da contrapporre a Enzo Romeo, candidato del centrosinistra che era già ai blocchi di partenza. Ma c’è una nota stonata in quella che potrebbe essere archiviata sotto la voce “è la politica, bellezza”. Cosentino non ha l’imprimatur del presidente Roberto Occhiuto, vice segretario nazionale di Forza Italia e suo “datore di lavoro”, essendo alla guida dell’ente regionale in cui il 52enne aspirante sindaco - che già alle elezioni del 2022 faceva il tifo sui social per il consigliere di Fi Michele Comito - presta la sua opera come direttore generale del dipartimento Lavoro e Welfare.
«Della candidatura di Roberto Cosentino ho saputo solo dai giornali – ha rivelato il governatore ad Antonella Grippo, nella lunga intervista a Perfidia, su LaC Tv -. La sera prima avevo chiamato Maria Limardo per convincerla a ricandidarsi, perché secondo me un sindaco uscente va difeso e sostenuto dalla sua coalizione. Poi il giorno dopo ho appreso dai giornali che il candidato sarebbe stato il mio dirigente. E allora, auguri Cosentino». Da correre a toccare ferro, se non altro.
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Una dichiarazione di fronte alla quale avrebbe vacillato qualunque candidato calabrese targato Forza Italia. Ma Cosentino scaccia i fantasmi della massima abiura con lusinghe al miele. «A Perfidia il presidente ha fatto un intervento perfetto, come al solito - ci dice al telefono -. Un intervento da vero leader politico, da leader di Forza Italia che ha rispettato le dinamiche territoriali del partito. Lui era coerente con la scelta iniziale del partito, che era quella di Maria. Dopodiché, una volta che c'è stato questo passo indietro, Forza Italia ha deciso per la mia candidatura». Insomma, secondo Cosentino, Occhiuto interpretava la sua leadership quando davanti alle telecamere di LaC ha raccontato che la candidatura di Limardo era stata accantonata a sua insaputa. Sarà, ma questa versione non convince, perché il governatore ha voluto ostentare di essere rimasto all’oscuro. E in politica niente viene detto a caso.
«Il partito glielo avrà comunicato successivamente», si schermisce Cosentino, poi rimarca: «Lui è il leader di Forza Italia in Calabria, il punto di riferimento. Nelle sue parole vedo una posizione di grande leadership come sempre. L’interlocuzione c’è stata, ma successivamente». Vabbè, diciamo che è tutto ok. Resta il fatto che Cosentino è un dirigente della Regione. Possibile che Occhiuto non sapesse nulla? «Il presidente conosce bene la differenza tra il ruolo di un manager pubblico e l'attività politica che io comunque non stavo svolgendo - risponde Cosentino -. Questo passaggio (la sua candidatura, ndr) ha avuto tempi veloci, difficile da affrontare per tutti perché non c’è stata una lunga gestazione. Dunque, le tempistiche non hanno reso, diciamo così, il piano comunicativo immediato. Ma nella dinamica dei passaggi non c’è nessun problema, nessun tipo di forzatura né da una parte né dall’altra». Insomma, il candidato a sindaco di Vibo per il centrodestra allontana l’ombra di una delegittimazione nella scelta che ha portato al suo nome. Sotto traccia, però, resta un nodo politico che probabilmente verrà sciolto lontano da microfoni e taccuini.
Intanto Occhiuto continua a dare del “Lei” a Cosentino: «Quando diverrà sindaco, probabilmente al primo turno come si dice, passeremo al “Tu”, come faccio con tutti i sindaci calabresi», ha detto a Perfidia, allargando un solco che l’anti-Limardo nega con tutte le sue forze. «Sì, ci diamo ancora il Lei – ammette Cosentino -. Decideremo insieme quando entrare più in confidenza. Ho grande rispetto per il presidente della Giunta, che è un fuoriclasse della politica».
Qualcuno cominci scuotergli la cenere dal capo, che forse adesso ce n’è troppa.